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Rompiscatole

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ROMPISCATOLE
Associazione “Incontro senza barriere”
Teatro Diego Fabbri – Corso Diaz 47, Forlì
Giovedì 22 maggio, ore 21.00

Gentili spettatori… Benvenuti nell’Era delle Scatole!

Divoriamo cibo in scatola in questa vita take-away, ci spostiamo su scatole a quattro ruote per recarci in box-uffici che ci intrappolano. Nelle nostre case, scatole parlanti trasmettono programmi preconfezionati che “televendono” sogni. Così le emozioni sono diventate etichette-smile facilmente identificabili da una parentesi all’insù o all’ingiù… Semplici e rassicuranti! E finisce che anche noi, come scatole, restiamo chiusi nei nostri imballaggi quotidiani da cui cerchiamo faticosamente di comunicare picchiettando i tasti delle nostre private scatoline satellitari.

Il Popolo delle Scatole siamo tutti noi! Ogni comunità, seppur piccola, diversa o lontana, ormai è globalizzata e infettata dall’impulso compulsivo di possedere sempre più scatole, di possedere le migliori, di possedere…

E’ in questo contesto alienante che si trova a doversi barcamenare, tra scatole sempre più ingombranti, il protagonista Pulcinello; uno come tanti, un ingenuo, un debole, un fifone… Uno “sfigato” che, in questo suo ruolo, ha trovato un senso: “Io sono venuto al mondo per essere difettoso, sono sempre stato qui perché gli amici si potessero sentire migliori di me… Nessuna responsabilità, nessun dubbio, nessuna domanda assillante… Sfigatamente libero di essere difettoso… Il senso della mia esistenza!”.

Pulcinello però, non potrà resistere al potere di una seducente ed ambigua Scatolina e, manovrato come un burattino dalle sue ingannevoli promesse di felicità, intraprenderà un viaggio alla ricerca dei nemici delle Scatole: i Ribelli. Verrà così coinvolto nella guerra tra le due fazione che in fondo non è altro che la una guerra con se stesso per uscire dal suo vecchio ed insicuro personaggio e diventare protagonista della propria vita.

“Rompiscatole” è il frutto del Laboratorio Teatrale rivolto a ragazzi diversamente abili, organizzato dall’Associazione Incontro Senza Barriere di Forlì. Esso è attivo dall’ormai lontano 2007, ma oggi più che mai, il mix di competenze di tre generazioni, il coinvolgimento dei volontari giovanissimi e dei bambini, sul palco e dietro alle quinte, si è dimostrato un elemento vincente per l’apporto di rinnovate energia, idee e motivazioni che, oltre a dare al Laboratorio, aspettative di crescita e di longevità, ci riempie di orgoglio e fiducia per il futuro dell’Associazione e dei nostri ragazzi.

Con questo quinto spettacolo, abbiamo voluto trasmettere un messaggio sociale che andasse oltre a quello della valorizzazione delle differenze che pur ci sta sempre molto a cuore. Quello di “Rompiscatole” è un messaggio di denuncia rivolto alla Civiltà delle Scatole, così consumistica, depersonalizzante e globalizzata come quella occidentale, che ci schiaccia sempre più aggressivamente con le sue molteplici crisi.

Ma il nostro vuole essere anche un messaggio di speranza e coraggio, rivolto alla Gente delle Scatole… Che siamo tutti noi, qui sul placo… Che siete tutti voi, lì sulle vostre poltroncine… Così DIVERSAMENTE LIBERI come siamo… Con l’augurio che qualcosa, nelle nostre servili coscienze, si possa ROMPERE… Per poi RICOSTRUIRSI!

(Giulia Ruscelli)

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Written by filippo

29 June 2014 at 11:18 pm

Umberto Orsini, Il giuoco delle parti

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Umberto Orsini
IL GIUOCO DELLE PARTI
Da Luigi Pirandello, adattamento Valerio, Orsini, Balò
Con Alvia Reale, Michele Di Mauro e Flavio Bonacci
Regia Roberto Valerio, Scene Maurizio Balò, Costumi Gianluca Sbicca
Compagnia: Compagnia Umberto Orsini, Fondazione Teatro delle Pergola

 

Scheda
A distanza di quasi vent’anni dal celebre allestimento di Gabriele Lavia (datato 1996), un vero signore della scena come Umberto Orsini accetta di interpretare di nuovo il protagonista de Il giuoco della parti pirandelliano, Leone Gala, la più compiuta incarnazione della poetica dell’umorismo.
Orsini è diretto da un giovane ma affermato regista, Roberto Valerio, che aveva a sua volta esordito, in una piccola parte, nel mitico spettacolo di Lavia.

“Posso dire”, confessa il regista, che prepara il debutto per la Stagione 2013-14, “che questa mia regia ha inizio in quei giorni, lì nella penombra di quella parte del palcoscenico non visibile al pubblico: mentre ammiravo tutte le sere quello splendido spettacolo, allo stesso tempo pensavo a come lo avrei messo in scena io. A distanza di anni, il Caso, tanto caro a Pirandello, ha fatto sì che quel cerchio si chiudesse. E si chiudesse nel modo che avevo sempre desiderato: avere Umberto Orsini come interprete di Leone Gala.”

La vicenda della commedia ruota intorno “ai soliti tre”: il marito, la moglie, l’amante.

Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie: continua a interpretare il suo ruolo sociale visitando la donna una volta al giorno ma vive per conto proprio, con libri di filosofia e le batterie della sua cucina, perché coltiva con finezza la gastronomia e ama comporre salse preziose aiutato dal cameriere, con il quale parla di Socrate e Bergson.

Intanto la moglie continua la sua relazione con l’amante e si annoia. Si annoia perché è libera, certo, ma di una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione – l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo – tenta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello.

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi

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Sarsina, Plautus Festival, 14/07/2013

L’Associazione Culturale LAROS – Roma presenta
SEBASTIANO SOMMA e DANIELA POGGI in
A CIASCUNO IL SUO di Leonardo Sciascia

Adattamento di GAETANO ARONICA
Scene e costumi di ANTONIA PETROCELLI
Musiche di FABIO LOMBARDI
Regia di FABRIZIO CATALANO

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi - foto 1

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 1

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi - foto 2

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi - foto 3

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi - foto 5

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 40

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TRAMA
Il sonno della ragione di Fabrizio Catalano

Malgrado le ipocrisie della civiltà, vi è nel cuore dell’uomo un’eterna barbarie – così il francese Barbey d’Aurevilly, in uno dei suoi più celebri e inquietanti romanzi, L’indemoniata. L’ipocrisia è la legge non scritta, eppure trionfante, che domina la società in cui viviamo, che domina la società che Leonardo Sciascia ci ha raccontato in A ciascuno il suo.

L’Italia, che nell’immediato dopoguerra sembrava non solo poter ridiventare la fucina di idee che era stata nel Rinascimento, ma anche una nazione retta da gente equa e volenterosa, è, nel giro di pochi anni, e irrimediabilmente fino ad oggi, precipitata in un gorgo di corruzione e di ignavia.

La nostra società è divenuta sempre più fatua, vacua, omologata, priva di idee. Proprio a proposito di A ciascuno il suo, Sciascia aveva dichiarato: “L’indignazione e il disprezzo sono le mie passioni più forti, forse”.

I cittadini italiani, in questo scorcio di millennio, dovrebbero imparare a recuperare la capacità d’indignarsi, di disprezzare tutto ciò che è inutile e ingiusto; e conseguentemente, in nome di una ritrovata coscienza civica, a ribellarsi. Invece tutto langue, tutto è in mano a personaggi senza carisma e senza morale. La politica, la legge, la cultura, e anche il Cinema e il Teatro. Di questo ci occupiamo e, infine, abbiamo la percezione che, da più parti, s’inizi a sussurrare che il teatro italiano ha bisogno di un profondo rinnovamento.

È vero, prima o poi, questa necessità si trasformerà in un urlo lacerante, in una assordante richiesta di riscatto: per chi sta seduto in platea e per chi, sul palcoscenico, al palcoscenico dà la vita. “La diversità è in noi così come nella natura”, ha detto un’intellettuale transalpina originaria della Guyana, Christiane Taubira, oggi Ministro della Giustizia Francese. Ognuno di noi ha il diritto di essere se stesso e di poter conoscere, scegliere, di potersi esprimere, di poter ascoltare la voce di tutti ma anche di far ascoltare la propria voce. Il Teatro non può continuare ad isolarsi dal contesto circostante, ad avvoltolarsi, ad avvizzire, ignorando i profondi mutamenti in atto nella nostra società. Il Teatro è vita! Il Teatro deve avere un cuore.

E come un cuore, infatti, pulsa la scena di A ciascuno il suo: ambienti borghesi, addirittura opulenti, un’eleganza barocca, intrisa di simboli cattolici, su cui svettano delle creature misteriose, i mostri di Villa Palagonia, a pochi chilometri da Palermo e a cui si sovrappongono gufi e pipistrelli, come ne “Il sonno della ragione genera mostri” di Goya, tanto caro a Leonardo Sciascia. Ma A ciascuno il suo non è una storia fantastica, è cruda e indigesta realtà. Per questo, lo spettatore dovrebbe avere la percezione che tutto avvenga per la prima volta, in maniera imprevista, davanti ai suoi occhi.

Questo è il Teatro che sogniamo: non recitato, ma vivo. Gli attori sono veri come le loro menzogne.

Un altro scrittore “estremo” dell’800 francese, Gobineau, scrisse un saggio intitolato La disuguaglianza delle razze umane, che secondo alcuni critici sarebbe stato una delle prime fonti d’ispirazione per le teorie naziste. Oggi, con un paradosso, si potrebbe ben dire che Gobineau aveva ragione nell’assunto ma non nel suo sviluppo: la disuguaglianza, nel nostro mondo, è flagrante ed è una disuguaglianza di diritti, che non coinvolge solo neri e bianchi, ricchi e poveri, ebrei e musulmani, ma anche – in una visione al limite del manicheismo – buoni e cattivi. I cattivi, i furbi, i profittatori, gli ipocriti governano; e sembrano tenere sotto schiaffo una popolazione che solo in teoria ha accesso al potere. Una popolazione di cretini, come il professor Laurana. In questo semplice ed abusato aggettivo, infatti, si risolve l’elogio conclusivo del protagonista di A ciascuno il suo. Laurana non è un eroe: è soltanto un uomo che non conosce le regole del gioco. Un gioco in cui tutti, in qualche modo, sono colpevoli: quasi come nell’Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, ma in maniera più sottile e sordida; e dove ognuno ha una sua sostanziale responsabilità: per aver commesso il delitto, per averlo commissionato, per averne tratto dei vantaggi o per aver meschinamente finto di non vedere. Tutto è intrinsecamente siciliano e al tempo stesso universale, tutti fanno parte di un gioco febbrile e disgustoso, il gioco in cui ci si spartisce il potere e chi non sta alle regole è, come Laurana, un cretino. La ragione continua il suo sonno, il suo sogno ma, quando i cretini che ripudiano la corruzione aumenteranno, forse si risveglierà.

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il.Rof 2012 (Parte 2)

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Domenica 24/06/2012, musica e danza nei Giardini di Via Dragoni di Forlì, nel grande spettacolo che ha chiuso l’edizione 2012 de il.Rof.

Le foto della prima parte sono visibili qui: il.Rof 2012 (Parte 1)

il.Rof 2012, foto 1

il.Rof 2012, foto 1

il.Rof 2012, foto 2

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il.Rof 2012, foto 4

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il.Rof 2012, foto 5

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il.Rof 2012, foto 7

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il.Rof 2012, foto 35

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ìl.Rof è un festival itinerante di musica, arte e danza nato nel 2009, cresciuto nel 2010 e tornato nel 2012.

C’è una parata, ci sono concerti, spettacoli teatrali, un camper di cartone, un signore elegante dentro una fontana e un robottino con un cuore così. Si mangia cibo naturale, si beve a chilometro zero, ci si abbraccia e si fa in modo che non piova.

ìl.Rof è Forlì allo specchio che si guarda e si scopre mica tanto male, anche se una spuntatina ai capelli ci vorrebbe e accidenti il naso è proprio quello di mio nonno.

Fonte: ilrof.it

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Fotografie delle precedenti edizioni:

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Written by filippo

26 June 2012 at 1:44 am

Dalla A alla Zebra

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 1

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 1

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 2

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 3

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 4

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 4

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 5

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 5

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 6

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 9

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 14

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 15

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 15

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 16

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 16

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 17

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 18

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 19

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 20

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 20

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 21

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 22

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 23

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 24

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 25

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 28

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 29

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 30

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 36

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 37

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 37

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 38

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 39

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Dalla A alla Zebra, backstage, foto 40

Dalla A alla Zebra, backstage, foto 40

“Dalla A alla Z … Andata e Ritorno”
Mercoledì 23 Maggio 2012, ore 21:00
Teatro Diego Fabbri di Forlì
Associazione “Incontro senza barriere”

“Dalla A alla Z … Andata e Ritorno” racconta un percorso di vita, un viaggio nel mondo degli animali, animali non sempre definibili e riconoscibili, animali diversi, notturni e diurni, utili e inutili, reali o immaginari, più o meno fortunati, che ogni mattina si svegliano e vivono il loro “giorno di sole”.

C’è un pipistrello che invece non vuole svegliarsi, che, dal suo punto di vista vede tutto rovesciato e che si trova costretto a vivere di giorno e a fare i conti con i propri handicap. È cieco, il suo radar non funziona, è scorbutico, solo, pieno di ombre, e così non riesce più a cogliere le sfumature.

Un quartetto di rocamboleschi stercorari, “operatori ecologici” della piccola comunità animale, lo guiderà alla scoperta della purezza e della forza delle cose semplici e quotidiane, conducendolo da una scena all’altra -tra una pallina di cacca e l’altra- alla scoperta della goffaggine degli albatros… quando non volano, della fatica del bruco… prima di diventare farfalla, della lentezza di una lumaca… che invece vorrebbe volare, e dell’incomprensione tra una zebra e una giraffa… finché non si accorgono di avere qualcosa in comune: le proprie ombre.

Solo per un giorno… il pipistrello deciderà di accettare l’oscurità insita in lui, negli altri animali, e in ognuno di noi; solo per un giorno si farà guidare e riuscirà ad apprezzare il calore del sole, solo per un giorno… O forse due…

Lo spettacolo è il prodotto di “Lavori in corso: stiamo lavorando per Noi”, un laboratorio teatrale attivo da 5 anni, rivolto a ragazzi diversamente abili ma aperto a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco. Ad esso partecipa un gruppo in cui i ruoli sono intercambiabili, dove tutti sono propositori, ideatori, fruitori ed attori, in cui chi conduce le attività, allo stesso tempo si fa condurre da ciò che ne nasce sperimentandosi egli stesso in prima persona.

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Written by filippo

24 May 2012 at 6:49 pm