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Ukrainian Classic Ballet, Teatro per l’Ucraina

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Ukrainian Classic Ballet, “Giselle” – Teatro per l’Ucraina
Teatro Alessandro Bonci, Cesena, Italia, 19 Maggio 2022

Interessante la vicenda degli ucraini – solisti e ballerini dei teatri nazionali dell’Ucraina (Opera Nazionale dell’Ucraina, Teatro Taras Shevchenko, Teatro dell’Opera e balletto di Odessa, Teatro Accademico di Kharkiv e Opera Nazionale di Lviv) – che si trovavano in tourné in Europa al momento dello scoppio della guerra e che in seguito sono stati ospitati da ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione e altri teatri nazionali italiani, consentendogli di continuare a lavorare e inviare aiuti economici ai familiari in patria.

Nerone, di Massimo Boncompagni

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Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni, regia di Riccardo Bartoletti

PLAUTUS FESTIVAL, SARSINA, ARENA PLAUTINA, 10/08/2020
Nerone,
di Massimo Boncompagni

Ambienti sonori: Sara Castiglia
Scene realizzate in collaborazione con: Cooperativa sociale L’Albero e La Rua di San Sepolcro (AR)
Costumi: Gloria Fabbri
Realizzazione video: Samuele Poggi e Dardari Multimedia
Direttore di scena: Antonio Salerno
Organizzazione: Valentina Santi
Regia: Riccardo Bartoletti

NOTE DI REGIA
Come tutti i migliori personaggi della Classicità anche Nerone è un uomo del presente, con i suoi vizi, le sue virtù, le sue passioni e le sue dannazioni.
In questo allestimento ho immaginato Nerone abitare un vero e proprio “magazzino della memoria”, dove i ricordi della sua vita e delle sue gesta sono racchiusi in scatole e scatoloni che affollano il palco, a ricordarci quanto complessa sia poi in ogni epoca la mente dell’Uomo.
Nerone è un pazzo, o c’è un pazzo che si crede Nerone?
Nerone morirà suicida giovanissimo, a trentadue anni, senza aver potuto processare a fondo gli avvenimenti dei quali è stato protagonista indiscusso.
Ritrovatosi imprigionato in questo limbo che è la sua memoria, affollata dei ricordi di una vita breve ma intensissima, il nostro Nerone ripercorre in un eterno loop la vita e le emozioni che ha vissuto, alla spasmodica ricerca di una salvezza eterna che forse non arriverà mai.
Ma Nerone è soprattutto un uomo della contemporaneità: egocentrico, sfrontato, amante del popolo e per questo avversato dai nobili, sarà protagonista della prima “fake news” della Storia, quell’incendio di Roma sul quale oggi anche gli storici tendono a discolparlo.
Ad accompagnarlo in questo viaggio a ritroso nei meandri della sua vita ci saranno proiezioni oniriche e stralci di voci dal passato di uno dei migliori interpreti neroniani, tracce visive e sonore che guideranno Nerone nel labirinto contorto della sua mente in un vero “spettacolo nello spettacolo”, alla ricerca della salvezza da quella “damnatio memoriae” impostagli dalla Storia ben oltre ciò che l’uomo e l’imperatore fu.
Impreziosiscono lo spettacolo i contribuiti grafici sulla scenografia degli utenti della cooperativa sociale L’Albero e la Rua di Sansepolcro (Arezzo).
– Riccardo Bartoletti

Nerone, di Massimo Boncompagni

Nerone, di Massimo Boncompagni

 

Agamennone, con Paolo Graziosi e Daniela Poggi

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Plautus Festival, Sarsina, 17/08/2016
Le foto del backstage sono visibili QUI.

AC ZERKALO – Roma e Compagnia LOMBARDI-TIEZZI – Firenze presentano
Paolo Graziosi e Daniela Poggi in AGAMENNONE
da Eschilo, di Fabrizio Sinisi

Con: Elisabetta Arosio e Valeria Perdonò
Scene: Elisabetta Salvatori
Costumi: Sara Bianchi
Regia: Alessandro Machia

Personaggi e interpreti:
Paolo Graziosi (Agamennone)
Daniela Poggi (Clitemnestra)
Elisabetta Arosio (Città)
Valeria Perdonò (Cassandra)

Trama
Agamennone, re e capo della spedizione achea contro Troia, sbarca ad Argo dopo dieci anni di guerra. Porta con sé Cassandra, giovane preda di guerra, amante e profetessa. Ad attenderlo Clitemnestra, piena di rancore e di vendetta per il sacrificio della figlia Ifigenia sull’altare della guerra. Ma lo aspetta anche Argo stessa: la città, la polis, nella persona del suo Coro. Agamennone e Cassandra moriranno nella congiura di Clitemnestra. Questa è la trama, celeberrima, dell’Agamennone di Eschilo, primo pannello del trittico di Orestea.

Ventiquattro ore. Tre donne e un solo uomo destinato a morire.
Ma chi sono queste figure? Chi e cosa sono adesso? Agamennone non è più l’uomo della guerra, ma l’uomo della stanchezza e del disincanto, l’uomo che tutto sa perché tutto ha visto e tutto ha provato. Cassandra è la giovane donna, è l’emblema della città di Troia ferita e distrutta e proprio dal fondo di questa rovina vede e sente ogni cosa: Cassandra vive nel profondo, alla radice delle cose. Poi c’è Clitemnestra, la protagonista. Clitemnestra è il grande conflitto della Donna: rovescia l’attesa di Penelope, da luogo dell’attesa diventa luogo della rabbia, mano del sacrificio; in Clitemnestra l’uomo d’oggi vede la terribile giustizia dell’umano, la febbre dell’esistenza che diventa violenza, il lutto che diventa ferocia. E infine il Coro, lo sfondo dell’esistente: la città, la politica; il Coro è la società e, dunque, la paura e lo scandalo. Tutto si svolge nell’arco di tempo che va dall’arrivo di Agamennone ad Argo fino al suo omicidio. In questo lasso di tempo, tutti i personaggi del dramma vengono a confronto in un agone sfrenato: Agamennone e Cassandra, nella loro complicità di padrone e di schiava, eppure entrambi vittime dell’orrore della guerra; Cassandra e Clitemnestra, la ragazza e la donna, la moglie e l’amante; Agamennone e Clitemnestra, l’Uomo e la Donna, il Marito e la Moglie, separati da dieci anni di assenza e dal sacrificio di una figlia. E infine la Città, l’istanza etica, perduta e dimenticata. Tutti gli elementi del dramma eschileo vengono qui messi a reazione, scatenati uno contro l’altro fino all’estremo, in una tensione di amore e rabbia, erotismo, malinconia e furore, fino all’esplosione dell’omicidio.
– Fabrizio Sinisi

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Agamennone, con Paolo Graziosi e Daniela Poggi (backstage)

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Plautus Festival, Sarsina, 17/08/2016
Le foto dello spettacolo sono visibili QUI.

AC ZERKALO – Roma e Compagnia LOMBARDI-TIEZZI – Firenze presentano
Paolo Graziosi e Daniela Poggi in AGAMENNONE
da Eschilo, di Fabrizio Sinisi

Con: Elisabetta Arosio e Valeria Perdonò
Scene: Elisabetta Salvatori
Costumi: Sara Bianchi
Regia: Alessandro Machia

Personaggi e interpreti:
Paolo Graziosi (Agamennone)
Daniela Poggi (Clitemnestra)
Elisabetta Arosio (Città)
Valeria Perdonò (Cassandra)

Trama
Agamennone, re e capo della spedizione achea contro Troia, sbarca ad Argo dopo dieci anni di guerra. Porta con sé Cassandra, giovane preda di guerra, amante e profetessa. Ad attenderlo Clitemnestra, piena di rancore e di vendetta per il sacrificio della figlia Ifigenia sull’altare della guerra. Ma lo aspetta anche Argo stessa: la città, la polis, nella persona del suo Coro. Agamennone e Cassandra moriranno nella congiura di Clitemnestra. Questa è la trama, celeberrima, dell’Agamennone di Eschilo, primo pannello del trittico di Orestea.

Ventiquattro ore. Tre donne e un solo uomo destinato a morire.
Ma chi sono queste figure? Chi e cosa sono adesso? Agamennone non è più l’uomo della guerra, ma l’uomo della stanchezza e del disincanto, l’uomo che tutto sa perché tutto ha visto e tutto ha provato. Cassandra è la giovane donna, è l’emblema della città di Troia ferita e distrutta e proprio dal fondo di questa rovina vede e sente ogni cosa: Cassandra vive nel profondo, alla radice delle cose. Poi c’è Clitemnestra, la protagonista. Clitemnestra è il grande conflitto della Donna: rovescia l’attesa di Penelope, da luogo dell’attesa diventa luogo della rabbia, mano del sacrificio; in Clitemnestra l’uomo d’oggi vede la terribile giustizia dell’umano, la febbre dell’esistenza che diventa violenza, il lutto che diventa ferocia. E infine il Coro, lo sfondo dell’esistente: la città, la politica; il Coro è la società e, dunque, la paura e lo scandalo. Tutto si svolge nell’arco di tempo che va dall’arrivo di Agamennone ad Argo fino al suo omicidio. In questo lasso di tempo, tutti i personaggi del dramma vengono a confronto in un agone sfrenato: Agamennone e Cassandra, nella loro complicità di padrone e di schiava, eppure entrambi vittime dell’orrore della guerra; Cassandra e Clitemnestra, la ragazza e la donna, la moglie e l’amante; Agamennone e Clitemnestra, l’Uomo e la Donna, il Marito e la Moglie, separati da dieci anni di assenza e dal sacrificio di una figlia. E infine la Città, l’istanza etica, perduta e dimenticata. Tutti gli elementi del dramma eschileo vengono qui messi a reazione, scatenati uno contro l’altro fino all’estremo, in una tensione di amore e rabbia, erotismo, malinconia e furore, fino all’esplosione dell’omicidio.
– Fabrizio Sinisi

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Ballet of Moscow, Swan Lake

with 2 comments

Ballet of Moscow, Swan Lake
Bonci Theatre, Cesena, 27/12/2015

Some pictures from the backstage and the show :)

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Written by filippo

29 December 2015 at 10:34 pm