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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi
Sarsina, Plautus Festival, 14/07/2013
L’Associazione Culturale LAROS – Roma presenta
SEBASTIANO SOMMA e DANIELA POGGI in
A CIASCUNO IL SUO di Leonardo Sciascia
Adattamento di GAETANO ARONICA
Scene e costumi di ANTONIA PETROCELLI
Musiche di FABIO LOMBARDI
Regia di FABRIZIO CATALANO

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 1

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 2

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 3

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 3

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 5

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 6

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 7

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 8

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 9

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 10

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 11

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 12

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 13

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 14

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 15

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 16

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 17

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 18

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 19

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 20

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 21

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 22

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 23

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 24

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 25

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 26

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 34

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A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 38

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 39

A ciascuno il suo, con Sebastiano Somma e Daniela Poggi – foto 40
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TRAMA
Il sonno della ragione di Fabrizio Catalano
Malgrado le ipocrisie della civiltà, vi è nel cuore dell’uomo un’eterna barbarie – così il francese Barbey d’Aurevilly, in uno dei suoi più celebri e inquietanti romanzi, L’indemoniata. L’ipocrisia è la legge non scritta, eppure trionfante, che domina la società in cui viviamo, che domina la società che Leonardo Sciascia ci ha raccontato in A ciascuno il suo.
L’Italia, che nell’immediato dopoguerra sembrava non solo poter ridiventare la fucina di idee che era stata nel Rinascimento, ma anche una nazione retta da gente equa e volenterosa, è, nel giro di pochi anni, e irrimediabilmente fino ad oggi, precipitata in un gorgo di corruzione e di ignavia.
La nostra società è divenuta sempre più fatua, vacua, omologata, priva di idee. Proprio a proposito di A ciascuno il suo, Sciascia aveva dichiarato: “L’indignazione e il disprezzo sono le mie passioni più forti, forse”.
I cittadini italiani, in questo scorcio di millennio, dovrebbero imparare a recuperare la capacità d’indignarsi, di disprezzare tutto ciò che è inutile e ingiusto; e conseguentemente, in nome di una ritrovata coscienza civica, a ribellarsi. Invece tutto langue, tutto è in mano a personaggi senza carisma e senza morale. La politica, la legge, la cultura, e anche il Cinema e il Teatro. Di questo ci occupiamo e, infine, abbiamo la percezione che, da più parti, s’inizi a sussurrare che il teatro italiano ha bisogno di un profondo rinnovamento.
È vero, prima o poi, questa necessità si trasformerà in un urlo lacerante, in una assordante richiesta di riscatto: per chi sta seduto in platea e per chi, sul palcoscenico, al palcoscenico dà la vita. “La diversità è in noi così come nella natura”, ha detto un’intellettuale transalpina originaria della Guyana, Christiane Taubira, oggi Ministro della Giustizia Francese. Ognuno di noi ha il diritto di essere se stesso e di poter conoscere, scegliere, di potersi esprimere, di poter ascoltare la voce di tutti ma anche di far ascoltare la propria voce. Il Teatro non può continuare ad isolarsi dal contesto circostante, ad avvoltolarsi, ad avvizzire, ignorando i profondi mutamenti in atto nella nostra società. Il Teatro è vita! Il Teatro deve avere un cuore.
E come un cuore, infatti, pulsa la scena di A ciascuno il suo: ambienti borghesi, addirittura opulenti, un’eleganza barocca, intrisa di simboli cattolici, su cui svettano delle creature misteriose, i mostri di Villa Palagonia, a pochi chilometri da Palermo e a cui si sovrappongono gufi e pipistrelli, come ne “Il sonno della ragione genera mostri” di Goya, tanto caro a Leonardo Sciascia. Ma A ciascuno il suo non è una storia fantastica, è cruda e indigesta realtà. Per questo, lo spettatore dovrebbe avere la percezione che tutto avvenga per la prima volta, in maniera imprevista, davanti ai suoi occhi.
Questo è il Teatro che sogniamo: non recitato, ma vivo. Gli attori sono veri come le loro menzogne.
Un altro scrittore “estremo” dell’800 francese, Gobineau, scrisse un saggio intitolato La disuguaglianza delle razze umane, che secondo alcuni critici sarebbe stato una delle prime fonti d’ispirazione per le teorie naziste. Oggi, con un paradosso, si potrebbe ben dire che Gobineau aveva ragione nell’assunto ma non nel suo sviluppo: la disuguaglianza, nel nostro mondo, è flagrante ed è una disuguaglianza di diritti, che non coinvolge solo neri e bianchi, ricchi e poveri, ebrei e musulmani, ma anche – in una visione al limite del manicheismo – buoni e cattivi. I cattivi, i furbi, i profittatori, gli ipocriti governano; e sembrano tenere sotto schiaffo una popolazione che solo in teoria ha accesso al potere. Una popolazione di cretini, come il professor Laurana. In questo semplice ed abusato aggettivo, infatti, si risolve l’elogio conclusivo del protagonista di A ciascuno il suo. Laurana non è un eroe: è soltanto un uomo che non conosce le regole del gioco. Un gioco in cui tutti, in qualche modo, sono colpevoli: quasi come nell’Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, ma in maniera più sottile e sordida; e dove ognuno ha una sua sostanziale responsabilità: per aver commesso il delitto, per averlo commissionato, per averne tratto dei vantaggi o per aver meschinamente finto di non vedere. Tutto è intrinsecamente siciliano e al tempo stesso universale, tutti fanno parte di un gioco febbrile e disgustoso, il gioco in cui ci si spartisce il potere e chi non sta alle regole è, come Laurana, un cretino. La ragione continua il suo sonno, il suo sogno ma, quando i cretini che ripudiano la corruzione aumenteranno, forse si risveglierà.
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Written by filippo
18 July 2013 at 10:28 pm
Posted in Fotografie
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