Filippo Venturi Photography | Blog

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L’Ultimo Cinema

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25 gennaio 2020, l’ultima volta al cinema.

L'Ultimo Cinema

L’Ultimo Cinema

Written by filippo

21 January 2021 at 9:05 pm

Revenant, di Alejandro González Iñárritu

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Revenant, di Alejandro González Iñárritu

Visto Revenant e piaciuto abbastanza.

Pensieri sparsi:

  1. Manca di epicità… quella che trovi ad esempio in un libro di Cormac McCarthy.
  2. Per me Di Caprio, come presenza fisica, soprattutto in questo contesto selvaggio, è inferiore a Tom Hardy.
  3. La regia è un po’ troppo invadente.
  4. La fotografia è molto bella, ma l’uso del controluce abbinato ad una gamma dinamica notevole che mantiene i dettagli nelle ombre, è fin troppo ricorrente. Mi ha fatto pensare all’HDR Hole (con l’aggiunta del grandangolo spinto che deforma il faccione di Di Caprio ogni volta che si trova sul bordo dell’inquadratura, cioè in quasi tutti i piani sequenza).
  5. La storia vera su cui si ispirano il libro e il film è molto più interessante e incredibile.

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Written by filippo

15 February 2016 at 12:11 pm

L’Istante Perfetto – Il mondo di Gregory Crewdson

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L'istante Perfetto - Il mondo di Gregory Crewdson

L’Istante Perfetto – Il mondo di Gregory Crewdson (Gregory Crewdson: Brief Encounters)
di Ben Shapiro (2012) – Durata 79′
(In lingua originale con sottotitoli in italiano)

Venerdì 20, Sabato 21, Domenica 22 febbraio 2015 – ore 21.00
Presso la Sala Wenders del  Supercinema Santarcangelo

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Una sola immagine perfetta. È la preda sfuggente di cui va a caccia Gregory Crewdson, artista newyorkese, che per quell’unico scatto allestisce interi set cinematografici dettagliati con maniacale precisione. Il suo tema sono gli ambienti e gli esterni della provincia americana, così apparentemente semplici e così densi di atmosfere e non detti. La sua estetica congiunge la capacità simbolica di David Lynch e il genio descrittivo di Hopper. Questo film lo segue nel suo lavoro, il complicato allestimento che dà vita alle sue fotografie ad altissima definizione in cui i dettagli si moltiplicano, gli spazi si dilatano, e la complessità del reale si congela in quell’unico scatto che racconta, da solo, la storia tutta intera. Mentre la vita, finalmente, precipita nel sogno.

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Written by filippo

19 February 2015 at 11:21 am

Breve recensione di The Theory of Everything

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The Theory of Everything, photo 3

The Theory of Everything (Felicity Jones e Eddie Redmayne)

Ho visto “La teoria del tutto”, film sulla vita di Stephen Hawking, diretto da James Marsh.

Con sorpresa hanno tradotto il titolo fedelmente, senza inventarsi qualcosa tipo “Se mi lasci ti deformo lo spaziotempo”.

Più profondo, a livello emotivo, di “The Imitation Game” (sulla vita di Alan Turing), che pure avevo apprezzato, senza però annotarmi mentalmente, nè l’uno nè l’altro, fra i film migliori che abbia mai visto.

Anzi, volendo fare una classifica del genere Superdotato stramboide con donna bella e brava appresso che lo aiuta ad affrontare il deficit fisico/psicologico o la persecuzione/discriminazione, personalmente al primo posto rimane ancora “A beautiful Mind” (sulla vita di John Nash), nonostante la mia enorme simpatia e stima per i veri personaggi di Alan Turing e Stephen Hawking.

Che poi, a pensarci un attimo, nel genere potrebbero rientrare anche diversi supereroei Marvel.

Tornando al film in questione, c’è da dire che gli attori, Eddie Redmayne e Felicity Jones, sono effettivamente bravi (lei poi è di una rara candida bellezza). Le scenografie, i costumi e la fotografia sono curatissimi.

Il difetto principale rimane una durata eccessiva che comporta la diluizione delle emozioni, su cui il film poggia la propria struttura.

Dello Stephen Hawking scienziato c’è veramente poco (purtroppo), se non qualche sporadico momento trattato anche in modo superficiale, dove i suoi studi e le sue teoria somigliano più ai sogni di un poeta che di uno scienziato.

In conclusione, si può dire che sia un buon film romantico con un protagonista disabile che accidentalmente è anche uno scienziato.

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Written by filippo

24 January 2015 at 9:01 am

Interstellar o il Cinema di fantascienza

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Interstellar

Interstellar

Stavo ripensando a Interstellar e ad altri film di fantascienza, che promettono tanto e lasciano poco.

Al contrario della forma letteraria, dove racconti e romanzi di fantascienza esplorano qualche tematica sociale, prevedendo o estremizzando i bisogni primari dell’uomo o magari la tecnologia e i rapporti con essa, ecc. regalando suggestivi, affascinanti o angoscianti scenari e spunti di riflessione… la forma cinematografica molto spesso illude di voler fare altrettanto ma ha in realtà il banale scopo di raccontare una favoletta che si risolverà con un deus ex machina spettacolare e/o improbabile.

In fondo non è un caso che quando si pensa al binomio di fantascienza-filosofia e cinema, i film veramente interessanti si possano contare con le dita di una mano.

Provo a fare un breve elenco (ma il livello è molto altalenante): 2001 Odissea nello spazio, Moon, Stati di allucinazione, L’esercito delle dodici scimmie, Contact, Gattaca, Primer (ma ne ho soltanto sentito parlare, mai visto), I figli degli uomini, L’invasione degli ultracorpi, Blade Runner.

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Passando al film in oggetto, esprimo qualche riflessione.

Non è esente da difetti, ma ho apprezzato che siano riusciti a rendere abbastanza bene alcune tematiche, molto suggestive e affascinanti, affrontate nel corso del film (il concetto di relatività, il viaggio nel tempo, i buchi neri, ecc)… ad esempio mi sono commosso quando McCoso, tornato alla nave madre dopo 23 anni di assenza, scorre i filmati ricevuti in quel lasso di tempo dai figli.

Al termine della visione, però, non rimane molto, se non la voglia di tornare a leggere Asimov e magari altri libri di fantascienza che non si è mai letto.

Alla fine è un buon film d’avventura, ma non cerca di andare oltre o se lo fa non ci riesce minimamente (nonostante Nolan dichiarasse di essersi ispirato a 2001 di Kubrick).

L’unico tentativo è, forse, il concetto di amore che, come la gravità, dovrebbe andare oltre le nostre 4 dimensioni (nelle ipotesi del film) e dovrebbe anche guidarci nella giusta direzione.

Però, se si va a vedere bene:
– Matt Damon tradisce tutti per amor proprio, insomma vuole salvarsi ad ogni costo, anche quello di mentire e compromettere la salvezza dell’umanità;
– McCoso ad un certo punto, per amore dei figli, cerca di mandare a monte la missione e di tornare a casa; anche il messaggio “Stay”, tramite la libreria, va in quella direzione e, soltanto dopo che non riesce a fermare il se stesso del passato, decide di inviare la mole di dati mostruosa presi all’interno del buco nero col codice morse (davvero?).
– Anne Hathaway cerca di andare nel pianeta del suo amato, nonostante il pianeta di Matt Damon sembri perfetto per viverci.
ecc.

Written by filippo

24 November 2014 at 9:01 am