Filippo Venturi Photography | Blog

Documentary Photographer

Archive for the ‘Cinema’ Category

Un mercoledì da leoni

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All’inizio del film “Un mercoledì da leoni”, John Milius usa musica e fotografie in bianco e nero, in una sorta di slideshow, per creare in pochi secondi un passato epico alla storia che andrà a mostrare; si prova nostalgia ancora prima di sapere per cosa.
Usa il non-cinema per introdurre il cinema, una soluzione piuttosto rischiosa, ma che ancora oggi mi mette i brividi.

Poi viene tutto il resto e alla fine del film ti ritrovi la barba cresciuta di mezzo centimetro e il rischio di positività al testosterone nei controlli antidoping.

Un mercoledì da leoni (Poster)

Un mercoledì da leoni (Poster)

Written by filippo

2 August 2016 at 4:19 pm

Revenant, di Alejandro González Iñárritu

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Revenant, di Alejandro González Iñárritu

Visto Revenant e piaciuto abbastanza.

Pensieri sparsi:

  1. Manca di epicità… quella che trovi ad esempio in un libro di Cormac McCarthy.
  2. Per me Di Caprio, come presenza fisica, soprattutto in questo contesto selvaggio, è inferiore a Tom Hardy.
  3. La regia è un po’ troppo invadente.
  4. La fotografia è molto bella, ma l’uso del controluce abbinato ad una gamma dinamica notevole che mantiene i dettagli nelle ombre, è fin troppo ricorrente. Mi ha fatto pensare all’HDR Hole (con l’aggiunta del grandangolo spinto che deforma il faccione di Di Caprio ogni volta che si trova sul bordo dell’inquadratura, cioè in quasi tutti i piani sequenza).
  5. La storia vera su cui si ispirano il libro e il film è molto più interessante e incredibile.

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Written by filippo

15 February 2016 at 12:11 pm

Star Wars VII, la recensione di un fan non sfegatato

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Star Wars: The Force Awakens

Star Wars: The Force Awakens

Star Wars episodio VII è un buon film e per riuscire nell’impresa è bastato far fuori l’ideatore: George Lucas.

Fra i pregi, i nuovi personaggi sono buoni personaggi, a partire dalla scelta di attori dotati e fisicamente “normali”, credibili, non fusti o pupe che basano tutta la propria presenza fisica sul machismo o sulla sensualità, per seguire con la caratterizzazione che – in questo contesto – è decisamente buona.
Finalmente un personaggio femminile, con “super poteri”, che emerge per quello che è, una ragazza insicura, ma coraggiosa, fragile, ma forte… e non c’è una singola scena in cui te la mostrino come un oggetto sessuale.
Ho apprezzato anche Kylo Ren, per qualcuno troppo debole, ma secondo me molto interessante proprio per questo. Persino Finn ha un suo perchè, nonostante dal trailer non mi ispirasse per nulla.

Per qualcuno si tratta di un remake/reboot di episodio IV e per certi versi lo è, ma non è soltanto quello.
Certo, i vecchi fan saranno soprattutto colpiti e commossi dal rivedere i vecchi personaggi, mentre il resto del film è molto simile a quanto visto con la trilogia originale (episodio IV, V e VI), ma è proprio questo il punto: film di intrattenimento avventurosi e con una certa ironia non se ne vedono più molti e chissà che per i nuovi fan non sia una lieta scoperta, spesso abituati a dosi massicce di effetti speciali e da una estremizzazione dell’estetica dei personaggi.

Fra i difetti, direi una certa ripetitività col passato rispetto alle minacce e alle relative contromisure oltre ad alcune incoerenze, che però non mi hanno rovinato la visione.

La scelta di affidare la sceneggiatura e la regia a Jar Jar Abrams è azzeccata e conferma anche in questo film il proprio amore verso una cinematografia d’altri tempi, come già intravvisto nel film Super 8 (un bell’omaggio ai Goonies, a E.T. e ad altri classici) pregno dello spirito dei primi Spielberg, Lucas e Zemeckis, che paradossalmente oggi sopravvive grazie ad Abrams mentre pare dimenticato dai 3 padri.
L’ultimo George Lucas aveva poche idee buone e realizzate male, come palesato nella seconda trilogia (episodio I, II e III).

Sono molto fiducioso su Episodio VIII e IX, dove spero che oseranno di più, senza inciampare come successe a Lucas.

Star Wars: The Force Awakens

Star Wars: The Force Awakens

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Written by filippo

17 December 2015 at 11:00 pm

Whiplash

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Whiplash, con Miles Teller e J.K. Simmons

Whiplash, con Miles Teller e J.K. Simmons

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Whiplash, del giovane regista Damien Chazelle, mi è piaciuto molto, sia per la performance degli attori che per qualche trovata narrativa che lo ha differenziato da altri film con storia simile.
Chi è esperto di Jazz, giustamente, fa notare che sia molto banale nel modo in cui affronta la musica (ma il film non ha lo scopo di approfondire quell’aspetto).
Rapportato alla fotografia potrebbe essere un insegnante che esige dall’allievo che faccia raffiche di fotografie più veloci al secondo, fino a farsi sanguinare il dito indice.

Lo scopo è raccontare e appassionare il pubblico mostrando il rapporto fra maestro e allievo, dove il primo è disposto a tutto per ottenere il massimo ed il secondo è disposto a tutto per raggiungerlo.

Oscar meritatissimo per J. K. Simmons come miglior attore non protagonista!
Lo avevo lasciato nei panni del carcerato nazista violento e violentatore e lo ritrovo nei panni del maestro del jazz nazista violento e violentatore :)

Il film si è aggiudicato anche altri 2 oscar:

  • Miglior montaggio a Tom Cross
  • Miglior sonoro a Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley

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Written by filippo

28 February 2015 at 6:27 pm

L’Istante Perfetto – Il mondo di Gregory Crewdson

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L'istante Perfetto - Il mondo di Gregory Crewdson

L’Istante Perfetto – Il mondo di Gregory Crewdson (Gregory Crewdson: Brief Encounters)
di Ben Shapiro (2012) – Durata 79′
(In lingua originale con sottotitoli in italiano)

Venerdì 20, Sabato 21, Domenica 22 febbraio 2015 – ore 21.00
Presso la Sala Wenders del  Supercinema Santarcangelo

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Una sola immagine perfetta. È la preda sfuggente di cui va a caccia Gregory Crewdson, artista newyorkese, che per quell’unico scatto allestisce interi set cinematografici dettagliati con maniacale precisione. Il suo tema sono gli ambienti e gli esterni della provincia americana, così apparentemente semplici e così densi di atmosfere e non detti. La sua estetica congiunge la capacità simbolica di David Lynch e il genio descrittivo di Hopper. Questo film lo segue nel suo lavoro, il complicato allestimento che dà vita alle sue fotografie ad altissima definizione in cui i dettagli si moltiplicano, gli spazi si dilatano, e la complessità del reale si congela in quell’unico scatto che racconta, da solo, la storia tutta intera. Mentre la vita, finalmente, precipita nel sogno.

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Written by filippo

19 February 2015 at 11:21 am