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Presentazione del mio libro Korean dream, made in Korea

Presentazione del mio libro Korean dream, made in Korea
Sabato 13 Luglio, alle ore 13, presenterò il mio libro sulla Corea del Nord e del Sud al Festival della Fotografia “Cortona On The Move”.
Informazioni sul libro nei seguenti link:
www.filippoventuri.photography/koreabook
www.cortonaonthemove.com
Su CLIC.HÉ la recensione del mio libro fotografico
Su CLIC.HÉ la recensione del mio libro fotografico sulla Corea del Nord e del Sud!
Grazie a Tina Miglietta per la recensione e a Sandro Bini per l’interesse verso il mio lavoro.
Questo il link all’articolo originale: LINK
Il segno dell’infinito che unisce la Corea del Nord a quella del Sud in un abbraccio simbolico, in un destino così apparentemente diverso eppure inscindibile. “Made in Korea ∞ Korean Dream” è il libro fotografico di Filippo Venturi ed edito da Emuse che narra la storia di questo Paese che vuole esibire la propria eccellenza al mondo intero attraverso la modernità e lo sviluppo economico a Sud e tramite un riscatto politico che ha come meta la riunificazione e l’indipendenza, a Nord.
E’ proprio l’infinito, raffigurato dal nastro di Möbius, che esprime al meglio tale concetto come se esistessero un solo lato e un solo bordo: dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta e solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi si potrebbe passare da una superficie all’altra senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo, ma semplicemente camminando a lungo.
Il libro è composto da 63 immagini ed ha la particolarità di essere double face: un lato racconta la Corea del Nord (Korean Dream) e l’altro lato la Corea del Sud (Made in Korea). I testi che accompagnano le foto sono stati scritti dall’autore stesso e dalla giornalista italo-giapponese Junko Terao
L’idea del progetto nasce nel 2015 ed inizialmente si focalizza solo sulla Corea del Sud, Paese poco inflazionato a livello fotografico e protagonista assoluto di avvenimenti importanti negli ultimi decenni: in poco più di mezzo secolo è passato dall’essere una delle nazioni più povere al mondo ad essere una delle più moderne con ripercussioni notevoli sui giovani coreani. Da un lato essi sono gli autori principali di questa trasformazione e dall’altro ne subiscono gli effetti collaterali: la forte competizione e lo studio eccessivo portano a risultati positivi per il Paese, provocando anche una situazione di profondo stress, di isolamento sociale e perfino di tristi primati come quello di avere una media di 43 suicidi al giorno.
Il progetto non sarebbe stato completo senza il viaggio alla scoperta della Corea del Nord, iniziato due anni dopo con numerose difficoltà. Sono occorsi mesi per ottenere i permessi necessari e Filippo è stato sempre scortato da guide che decidevano anche cosa poter fotografare e cosa no e che all’occorrenza ritraevano esse stesse il fotografo per documentarne ogni passo. Appare così un quadro completo dell’intera Corea e vengono esaltati gli elementi in comune tra Nord e Sud, soprattutto il forte senso del dovere verso la propria patria al punto tale che il Bene collettivo del Paese è anteposto ad ogni interesse personale.
“Mi sono confrontato con l’editore per decidere come impaginare questo lavoro senza mettere in evidenza un capitolo piuttosto che un altro e quindi abbiamo scelto di rendere il libro sfogliabile da entrambe le parti dando al lettore la libera scelta di iniziare da una o dall’altra Corea, divise a metà dal 38° parallelo”.
A livello editoriale è stata così ricostruita la questione geo politica, coniando due titoli che la rappresentano al meglio. “Korean Dream” è il sogno dei nord coreani di riunificare le due Coree anche a costo di subire la dittatura del loro supremo leader Kim Jong-un e “Made in Korea” per dare un’impronta più commerciale al Sud.
Tutte le fotografie sono rigorose, raffinate ed estremamente equilibrate. L’occhio del fotografo esplora la realtà e ci restituisce immagini dove tutto sembra essere al posto giusto grazie anche alla capacità dell’autore di parlare dell’uomo moderno e dei propri malesseri. Sono presenti anche ritratti frontali, rigorosamente senza sorrisi, ma con libera scelta della postura e dai vari dettagli si può evincere il carattere e le abitudini delle persone ritratte.
Il libro è alla seconda ristampa ed ha avuto importanti riconoscimenti tra cui il secondo premio al Sony World Photography Award 2016.
E’ possibile acquistare “Made in Korea ∞ Korean Dream” sul sito dell’editore www.emusebooks.com , mentre notizie dettagliate sull’autore e sui suoi lavori sono al link www.filippoventuri.photography
Tutto ciò è stato il tema della trasmissione radiofonica Parole di Luce, andata in onda il 19 giugno scorso, condotta da Sandro Bini e Martin Rance e a cura di Novaradio e Associazione Culturale Deaphoto.
Filippo Venturi (nato a Cesena nel 1980) è un fotografo documentarista italiano.
Le sue opere sono state pubblicate su diversi giornali e riviste come The Washington Post, Newsweek, Financial Times, Vanity Fair, Der Spiegel, Die Zeit, Das Magazin, Internazionale, La Stampa, Geo, Marie Claire, Gente, D di Repubblica, Io Donna del Corriere della Sera.
Negli ultimi tre anni è stato impegnato in un progetto nella penisola coreana, ricevendogli il premio Sony World Photography, il premio LensCulture Emerging Talent, il premio Il Reportage, il premio Voglino e il Portfolio Italia – Grand Prix Hasselblad.
Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero in spazi espositivi come il Foro Boario a Modena come “Nuovo Talento” della Fondazione Fotografia Modena, MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma, Somerset House a Londra, U Space a Pechino, Willy Brandt Haus a Berlino, Kaunas Photo Festival in Lituania e Sony Square a New York City.
Tina Miglietta nasce nel 1966 a Livorno. Ha vissuto in diverse parti d’Italia ed è tornata da poco nella sua città natale. E’ appassionata di fotografia come specchio per le emozioni intime e nascoste e come arte per dare ad esse nuovi colori e forme. Ricerca la naturalezza delle tinte che possano rasserenare e mettere a tacere i rumori della mente.
Korean dream, made in Korea – Il Libro
“Korean dream, made in Korea”
Disponibile la nuova edizione del libro fotografico di Filippo Venturi sulla Corea del Nord e del Sud, in tiratura limitata di 150 copie! Il volume, in italiano e inglese, sfogliabile da entrambi i lati, racchiude il progetto dell’autore sulle analogie e contraddizioni della penisola coreana. Con un testo di Junko Terao, editor di Internazionale.
”L’approfondimento antropologico, preciso e puntuale, che si accompagna ad ogni immagine, fornisce spunti di riflessione su chi siamo e dove stiamo andando. Per questa ragione il lavoro supera il “reportage” e la fotografia di genere destando un interesse universale.” – Davide Grossi
Fotografie di Filippo Venturi
Testi di Filippo Venturi e Junko Terao
Casa editrice Emuse
ISBN-10: 8832007037
ISBN-13: 978-8832007039
€. 40,00
Copertina rigida
Formato 21x28cm
63 fotografie a colori
Tiratura limitata di 150 copie numerate
Per ordini e prenotazioni: filippo.venturi@gmail.com
Presentazione
Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale la Corea era un unico Stato, con un lungo passato di dominazioni ma con solide radici culturali. Una sanguinosa guerra lo ha diviso e ne ha modificato il destino creando due nazioni che marciano a ritmi diversi ma che, curiosamente, mantengono alcune peculiarità simili. Nonostante le differenti sorti, Nord e Sud sono alle prese con la stessa affannosa ricerca, nel tentativo di esibire la propria eccellenza al mondo, sia dal punto di vista sociale che tecnologico, esercitando una enorme pressione sui giovani, a cui è affidato il compito fondamentale di condurre il paese, a Sud, verso la modernità e lo sviluppo economico, a Nord, verso un riscatto politico che esige la riunificazione e l’indipendenza.
Partendo da un accurato lavoro di ricerca e di preparazione del viaggio, Filippo Venturi ha dato avvio, nel 2014, a un progetto sulla penisola coreana. Nel 2015 ha realizzato, in Corea del Sud, Made in Korea, prima parte del progetto. Nel 2017, dopo circa due anni, necessari per documentarsi e per le lunghe procedure per ottenere il visto, si è recato in Corea del Nord per realizzare la seconda parte, Korean Dream.
Estratto dal testo critico di Davide Grossi sul lavoro di Filippo Venturi
Tutte le immagini sono rigorosissime e raffinate, nessun elemento appare “troppo” o “troppo poco”. Sorpresa, leggera ironia e mai sarcasmo. Stupore, curiosità e mai preconcetto. “L’occhio del fotografo” è preciso, si interroga, esplora, impara e ci restituisce immagini bellissime dove tutto è bilanciato e maledettamente nel posto giusto al momento giusto. Un’eleganza spiazzante, dalla quale tanti autori famosi potrebbero trarre insegnamento. Ma ciò che più colpisce è la capacità e la volontà dell’autore di parlare dell’uomo moderno e dei propri malesseri. Come la migliore arte contemporanea. L’approfondimento antropologico, preciso e puntuale, che si accompagna ad ogni immagine, fornisce spunti di riflessione su chi siamo e dove stiamo andando. Per questa ragione il lavoro supera il “reportage” e la fotografia di genere destando un interesse universale.
Riconoscimenti
Questo progetto fotografico ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, fra i quali: vincitore ai Sony World Photography Awards, ai New Talents di Fondazione Fotografia Modena, ai LensCulture Emerging Talent Awards, al Portfolio Italia (Gran Premio Hasselblad), al Premio Voglino (Frame Foto Festival), al Premio Il Reportage (Umbria Photo Fest) e al Gomma Photography Grant.
È stato esposto in luoghi prestigiosi come la Somerset House di Londra, il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, il Foro Boario di Modena, lo U Space di Pechino, la Willy Brandt Haus di Berlino, il Kaunas Photo Festival in Lituania, il Sony Square di New York City, il Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, il SI Fest di Savignano e il Festival della Fotografia Etica di Lodi.
È stato pubblicato in quotidiani e riviste come Vanity Fair, Internazionale, La Stampa, Repubblica, Il Manifesto, Il Reportage, Das Magazin, L’Officiel Voyage Russia, Monthly Photography South Korea e ospitato su programmi televisivi come il TG1 e TG3 nel Mondo, ospite di Maria Cuffaro.
Un improbabile ritratto di famiglia

Una famiglia aspetta di essere fotografata su un green screen a cui verrà aggiunto un paesaggio marino, all’Acquario della città portuale Busan (nella punta sud-est della Penisola). Dalla serie Made in Korea.
Su FPmag ho scoperto una interessante analisi di una mia fotografia dal progetto “Made in Korea”, che riporto di seguito (l’articolo originale è consultabile a questo link):
Quello di Filippo Venturi sulla Corea è un progetto fotografico che ha riscosso notevole successo internazionale. La visione che le sue immagini sottendono è quella di un paese in bilico tra la consapevolezza del proprio passato e della propria cultura e l’infiltrazione sempre più pesante di abitudini culturali mutuate dall’estero. Tra le immagini più significative questa, carica di grottesca inquietudine, che vede raffigurata una famigliola in posa davanti a uno schermo verde. Ci avverte la didascalia dell’autore che sono in posa per una foto ricordo che verrà postprodotta introducendo un fondale marino.
Siamo nell’acquario della città di Busan, dove vengono realizzati dei ritratti utilizzando la tecnica del chroma key che permetterà di inserire i soggetti raffigurati su uno sfondo in genere alquanto improbabile.
Si tratta evidentemente di una pratica più ludica che fotografica, e proprio questo scatena una discrasia emotiva e interpretativa. Se osserviamo le espressioni dei soggetti con più attenzione, possiamo notare (clicca su ⊕) come le espressioni dei due adulti siano particolarmente partecipi nel fissare il vuoto in un punto fuori campo. Meno convinti appaiono i due più piccoli, i cui volti denunciano perplessità mista a un discreto livello di mal celata sopportazione. Anche loro hanno lo sguardo fisso nel vuoto. Un vuoto che fa da contrappunto al vuoto sullo sfondo.
La decontestualizzazione operata da Filippo Venturi in ripresa, con l’uso di un’inquadratura finestra, rende tutto surreale e, se si ha un minimo di coscienza di sé, anche un po’ angoscioso. Una famiglia si sottopone a un rito del consumismo moderno al termine del quale il prodotto sarà un’improbabile e posticcia rappresentazione dei suoi membri cui sarà affidata la teoria di quel giorno.
Nella civiltà contemporanea l’uso dell’immagine fotografica come tramite della memoria, ancorché sempre più instabile e volatile nel suo impiego social, è di determinante importanza. Ma, sembra volerci chiedere l’autore, affidandoci ad immagini artificiose e per buona parte artificiali, quale sarà la memoria che potremo conservare? E se attraverso l’immagine di sé passa anche la coscienza degli individui, cosa ci aspetta in futuro?
Fonte: www.fpmagazine.eu