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Hiroshi Sugimoto in mostra a Modena

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Hiroshi Sugimoto in mostra a Modena

Hiroshi Sugimoto, El Capitan, Hollywood, 1993 stampa ai sali d’argento, 119,5×149 cm

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Hiroshi Sugimoto
8 marzo – 7 giugno 2015
Foro Boario – Modena
Via Bono da Nonantola, 2

Enti promotori:
Fondazione Fotografia Modena
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Informazioni:
+39 059 239888
mostre@fondazionefotografia.org
http://www.fondazionefotografia.org

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COMUNICATO STAMPA

Dall’8 marzo al 7 giugno 2015 Fondazione Fotografia Modena presenta negli spazi espositivi del Foro Boario di Modena una mostra antologica dedicata a Hiroshi Sugimoto, tra i più autorevoli interpreti della fotografia contemporanea internazionale. Il percorso, a cura del direttore di Fondazione Fotografia Modena Filippo Maggia, ripercorre l’intera carriera dell’artista, presentando alcune pietre miliari della sua ricerca.

Attivo dalla metà degli anni settanta, Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) utilizza il mezzo fotografico per indagare le tracce della storia nel nostro presente. In particolare, nel ritrarre soggetti che ricreano o replicano momenti di un passato distante e luoghi geograficamente lontani, Sugimoto critica la presunta capacità della fotografia di ritrarre la storia con accuratezza. A quest’impostazione concettuale, l’artista unisce un rigore metodologico tipicamente orientale: la meticolosa perfezione delle sue stampe è il risultato di un lavoro imponente, che include un’ampia ricerca preliminare, l’uso di fotocamere di grande formato e delle tradizionali tecniche del bianco e nero. Ogni progetto ha origine da una riflessione filosofica profonda su un determinato tema e spesso si protrae per molti anni a venire.

Sugimoto ha lasciato il Giappone nel 1970 per studiare arte a Los Angeles, in un periodo in cui il Minimalismo e l’Arte Concettuale regnavano sovrani: entrambe le correnti, infatti, hanno influito molto sulla sua visione estetica. Man mano che la sua ricerca si è evoluta, Sugimoto ha individuato soggetti di una tale profondità concettuale che è tornato ciclicamente a rivisitarli nel corso della sua carriera. Dal Minimalismo, in particolare, ha tratto una passione rigorosa per la serialità, che lo ha portato ad organizzare il suo lavoro in serie ben definite ed omogenee. La mostra di Modena dà conto delle più importanti: dai misteriosi orizzonti marini della serie Seascapes ai celebri Theaters ripresi con lunghissimi tempi d’esposizione; dai Dioramas realizzati nei musei di storia naturale fino alle recenti fotografie ‘out-of-focus’ dedicate alle icone dell’architettura modernista. Il percorso comprende inoltre alcuni famosi Portraits di personaggi storici in cera e lavori ispirati ai primi esperimenti fotografici condotti da William Henry Fox Talbot (1800-1877): i Photogenic drawings, ricavate rifotografando i negativi di Talbot e colorando le successive stampe, e i Lightning fields, ottenuti direzionando sulla pellicola fotografica una scarica elettrica da 400 mila Volt con un generatore Van de Graaff. Un altro ambito in cui Sugimoto è significativamente attivo, inoltre, è la produzione di libri d’artista, testimoniata da ben 52 volumi monografici che saranno esposti in mostra.

“A caratterizzare la pratica artistica di Sugimoto – commenta il curatore Filippo Maggia –, sono l’indagine del passato e la necessità di raffigurare il tempo dandogli corpo attraverso la fotografia. L’approccio dell’artista è meditabondo, lento, giustamente prudente: d’altronde, per sentire il tempo occorre averne piena coscienza e rispetto. Ripercorrendo la carriera di Sugimoto a ritroso, risulta evidente come la sua non sia altro che un’incessante sfida alle potenzialità che la fotografia offre all’artista, come tecnica, linguaggio e strumento di interpretazione del mondo, accompagnata ad un’altrettanto approfondita pratica di altre discipline, come il design e l’architettura”.

“Nella serie Dioramas (1976 – 2012) – spiega Maggia – il punto di vista è quello di un osservatore consapevolmente estraneo alla scena, come spesso lo è il fotografo, e l’ossessiva ricerca del vero condotta dall’artista è amplificata dal fatto di ritrarre un’ambientazione sotto vetro, di per sé statica e immobile come una fotografia già scattata. Nei Seascapes (serie in corso dal 1980), lo sguardo si posa invece su distese d’acqua infinite, immutate da millenni e depositarie di una lunga storia che si ripete nel lento e inesauribile approdare alla riva”.

Di un tempo ben scandito da un inizio e da una fine raccontano invece i Theaters (serie in corso dal 1976), in cui il tempo della pellicola che viene proiettata sullo schermo coincide con quello dell’esposizione: “In questo caso, il rettangolo bianco al centro dell’immagine è metafora di una duplice visione – prosegue Maggia –: di quello che è stato il flusso di immagini risolto nel bianco abbacinante dello schermo e di quanto contestualmente è andato apparendo su di esso, il teatro appunto, come su un foglio fotografico immerso nel rivelatore”. Nei Portraits (1999) l’artista ritorna alle figure in cera che aveva esplorato per la prima volta nei Dioramas. A differenza di quelle prime rappresentazioni, questi ritratti di personaggi storici in bianco e nero sono quasi a grandezza reale. Lavorando su una scala inedita per lui, Sugimoto libera le statue di cera dalle scenografie del Museo di Madame Tussaud di Londra e le ricolloca su uno sfondo nero così da renderle ancora più inquietanti. La resa pittorica dei soggetti, così ricca di dettagli, richiama i quadri di Hans Holbein, Anthony van Dyck e Jacques Louis David, dai quali molte delle statue di cera già traevano ispirazione.

L’allestimento presenta inoltre un nucleo di opere della serie Architecture (in corso dal 1997), realizzate da Sugimoto in occasione della XIV Biennale d’Architettura, recentemente esposte alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia: tra queste, le vedute del Johnson Wax Building di  Frank Lloyd Wright, la Einstein Tower di Erich Mendelsohn, il Monumento ai Caduti del futurista italiano Antonio Sant’Elia, la Serpentine Gallery di Londra, il Museum of Modern Art di New York. Queste mostrano come “l’interesse di Sugimoto per il primo modernismo in architettura si sia progressivamente spostato dai volumi alle strutture e al rapporto di queste con l’ambiente – spiega Maggia–. Il particolare sistema di ripresa utilizzato dall’artista permette di ottenere un’immagine in cui il soggetto ripreso appare come indefinito, eppure ben percepibile, a noi prossimo, palpabile come se la sua superficie fosse davvero a portata di mano. E con essa la sua storia, il suo esistere perpetuo nel tempo, reso ancora più definitivo dall’immutabilità della fotografia”.

Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) vive e lavora tra New York e Tokyo. Le sue opere sono state esposte nel corso di numerose mostre personali e collettive. Tra le maggiori personali ricordiamo quelle organizzate presso il Palais de Tokyo di Parigi, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles (2014), il Lille Metropole di Lilla (2012), il National Museum of Art di Osaka (2009), la Neue Nationalgalerie di Berlino (2008), il de Young Museum di San Francisco (2007), l’Hirshhorn Museum di Washington D.C. (2006), il Mori Art Museum di Tokyo (2005), la Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi (2004), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (2000), il Metropolitan Museum of Art di New York (1995). Nel 1988 riceve il Mainichi Art Prize e nel 2001 il prestigioso Hasselblad Foundation International Award. Le opere di Sugimoto figurano nelle più importanti collezioni museali internazionali tra cui quelle della Tate Gallery di Londra, del Museum of Contemporary Art di Chicago e del Metropolitan Museum di New York.

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Written by filippo

4 gennaio 2015 at 11:40 am

Chiusura della mostra “L’Ira Funesta”

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Chiusura della mostra "L'Ira Funesta" a Palazzo Dolcini

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La mostra “L’Ira Funesta” s’è conclusa ieri sera, raccogliendo una buona affluenza, apprezzamenti e confronti, donandomi molta soddisfazione a livello personale.

L’evento è riuscito grazie al fondamentale contributo, sostegno e aiuto di Cristian, Anton, Cristina, Raffaele (e con lui tutto il Comune di Mercato Saraceno), Elisa, Veronica, Davide e l’Artista delle torte :)

Ringrazio inoltre tutti quelli che sono venuti e coloro che sarebbero voluti venire, ma non sono riusciti!

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The exhibition “L’Ira Funesta” (Dreadful Wrath) finished yesterday evening. A lot of visitors came in these days to see it and I got compliments, feedbacks and discussions. I am really satisfied of it.

I have to say thank you to Cristian, Anton, Cristina, Raffaele (and all the Municipality of Mercato Saraceno), Elisa, Veronica, Davide and the Cake Artist :)

Thank you also to all the visitors and the people who wanted but had not the chance to come!

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Written by filippo

22 dicembre 2014 at 8:59 am

Fuori Orario esposto al Cosmonauta

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Fuori Orario esposto al Cosmonauta

FUORI ORARIO
Mostra fotografica

Dal 16 novembre al 30 novembre 2014
dalle ore 18.30 alle ore 2.00
presso il locale “Cosmonauta” di Forlì
Via Giorgio Regnoli, 41 – 47121 Forlì (FC)
Ingresso libero

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Dal 16 al 30 novembre 2014, presso il Cosmonauta di Forlì, sarà possibile rivedere le 9 fotografie realizzate del progetto “Fuori Orario”, realizzate dai 3 fotografi Filippo Venturi, Gianluca Colagrossi e René Mtdue, già esposte a Palazzo Romagnoli lo scorso giugno.

Il progetto era stato commissionanto dall’Associazione Regnoli 41 di Forlì, nell’ambito del progetto di riqualificazione, sviluppo e promozione di Via Giorgio Regnoli.

Ulteriori informazioni su progetto QUI.

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Written by filippo

22 novembre 2014 at 8:24 am

L’Ira Funesta, mostra fotografica di Filippo Venturi

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L’Ira Funesta, mostra fotografica di Filippo Venturi

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L’IRA FUNESTA
Mostra fotografica e installazione multimediale di Filippo Venturi

7, 8, 13, 14, 20, 21 dicembre 2014
Palazzo Dolcini, Viale Matteotti n° 2
Mercato Saraceno (FC)

Apertura ore 16.30/19.00
Ingresso gratuito

Inaugurazione sabato 7 dicembre 2014, ore 18.00

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La mostra

A Palazzo Dolcini sarà esposto il progetto realizzato dall’artista cesenate sulla Camera della Rabbia: un luogo adibito all’esternazione della rabbia, dove è possibile comprare porzioni di tempo da dedicare alla distruzione del suo contenuto, con mazze da baseball e martelli da demolizione.

Saranno esposte n° 22 stampe fotografiche, una installazione multimediale e altro materiale.

“8 utenti su 10 sono donne.
Il tempo medio all’interno della stanza è di 20 minuti.
La camera della rabbia è il luogo dove l’utente trova un nuovo tipo di libertà.
Solo chi vi entra conosce i motivi che l’hanno spinto fin lì, a volte anche a centinaia di chilometri da casa.”

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L’autore

Filippo Venturi è un fotografo e videomaker, lavora principalmente in Italia. Si occupa di fotografia commerciale, reportage e progetti di carattere sociale; ha ottenuto diversi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Nel 2012 ha realizzato il progetto In Oblivion, sul quartiere di Red Hook, a New York, che nel 2013 ha vinto il concorso Crediamo ai tuoi occhi ed è stato esposto al Centro Italiano della Fotografia d’Autore. Nello stesso anno ha esposto in una grande personale al Centro Cinema Città di Cesena ed ha presentato il progetto video-fotografico The Game of War a Camarinas (Spagna). Nel 2013 ha diretto il documentario Forum Living, incentrato sulle problematiche del centro storico di Forlì. Nel 2014 ha vinto il premio L’Anello debole col cortometraggio Acqua passata, ha ricevuto la menzione della giuria nel concorso fotografico FoFu Challenge, la menzione d’onore al Moscow International Foto Awards ed è stato finalista del concorso internazionale Kolga Tbilisi Photo Award.

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Promo

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Grazie a

Cristian Castagnoli / Proprietario della Camera della Rabbia

Assessorato alla Cultura del Comune di Mercato Saraceno
Progetto Rad’Art / Associazione artèco
ConCorso inContro / Workshop fotografico / Arte partecipata / Arte in relazione

e con il sostegno della Regione Emilia Romagna

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Backstage dell’allestimento e Inaugurazione

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Written by filippo

2 novembre 2014 at 1:39 PM

Totally Lost | Spazi Indecisi

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Spazi Indecisi Exhibition

Una mia fotografia, fra quelle esposte :)

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TOTALLY LOST

A project by
SPAZI INDECISI

for
ATRIUM
Architecture of Totalitarian Regimes
of the XX Century in Europe’s
Urban Memory

Scientific committee
Piergiorgio Massaretti
Giovanni Hanninen
Fabio Fornasari

Funded and supported by
European Union
South-East Europe
Transnational Cooperation Programme
Municipality of Forlì, Italy
Province of Forlì-Cesena, Italy

In collaboration with
European Institute of Cultural Routes
Fondation de l’Architecture e de
l’Ingegnerie Luxembourg

When:
07.10 | 08.11

Where:
Fondation de l’Architecture
et de l’Ingénierie

1 rue de l’Aciérie, Luxembourg

Opening days:
tuesday| wednesday | thursday| friday
h 9:00-13:00 ; 14:00-18:00
saturday
h 11:00-15:00.

Free entry.

www.spaziindecisi.itwww.atrium-see.euwww.fondarch.lu

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Totally Lost | Spazi Indecisi

Totally Lost | Spazi Indecisi

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