Interview for Marie Claire Indonesia

L’Ira Funesta su Marie Claire Indonesia

L’Ira Funesta su Marie Claire Indonesia

L’Ira Funesta su Marie Claire Indonesia

L’Ira Funesta su Marie Claire Indonesia

L’Ira Funesta su Marie Claire Indonesia
(English version of the interview below)
Nel numero di maggio 2015 di Marie Claire Indonesia, è stato pubblicato il mio progetto fotografico “L’Ira Funesta” sulla Camera della Rabbia, come opening story.
Oltre alle fotografie, sono presenti una intervista che ho fatto a Cristian Castagnoli, imprenditore e proprietario della Camera della Rabbia e un testo dello psicologo e psicoterapeuta Gianluca Farfaneti sulla Camera della Rabbia, scritto in occasione della mia mostra fotografica a Palazzo Dolcini.
Le redazione di Marie Claire ha voluto anche realizzare una breve intervista col sottoscritto, che riporto di seguito in italiano e in inglese :)
___
1. Qual è la parte migliore del tuo lavoro?
Dopo aver terminato la pianificazione di un progetto, il passaggio all’azione.
2. Qual è la canzone che ascolti più spesso?
Al momento Yelawolf, Till It’s Gone.
In generale Ennio Morricone, The Ecstasy of gold.
3. Descrivi te stesso con 3 parole.
Risoluto, curioso, fantasioso.
4. Qual è il tuo libro preferito?
John Fante, La confraternita dell’uva.
5. Raccontaci cosa rende speciale il tuo essere fotografo.
Essere fotografo mi ha regalato tante cose speciali e non mi riferisco soltanto alle soddisfazioni professionali o ai premi. Mi ha reso più disinvolto caratterialmente, più curioso, più sensibile… mi permette di viaggiare e conoscere storie e persone.
6. Descrivici la tua idea di momento perfetto in fotografia.
Il momento perfetto è in realtà una combinazione perfetta fra il momento decisivo, la preparazione, la concentrazione e la consapevolezza. Il momento decisivo da solo spesso non è sufficiente.
7. Raccontaci uno dei tuoi momenti migliori come fotografo
Il momento in cui, nella fase in cui studiavo e sperimentato la fotografia, ho frequentato un workshop dove un’altra partecipante mi ha riconosciuto e fatto i complimenti. La mia prima fan, che oggi è la mia compagna.
8. Cinque parole per definirti come fotografo?
Determinato, preciso, istintivo, entusiasta, a volte impulsivo.
9. Se potessi scegliere un’altra carriera, quale sarebbe?
Mi sarebbe piaciuto essere uno scrittore. Un lavoro che avrebbe avuto molte cose in comune col fare il fotografo. Da giovanissimo ho anche scritto qualcosa di cui andavo fiero, ma non sarei diventato il nuovo Raymond Carver!
10. Ci racconti la storia di come sei diventato un fotografo professionista?
La mia storia su come sono diventato un fotografo è meno romantica o suggestiva di quelle che solitamente si sentono. Non avevo parenti appassionati di fotografia e nemmeno ho lavorato come assistente di un fotografo famoso. La prima fotocamera l’ho maneggiata a 28 anni. La prima fotocamera professionale a 30 anni, nel 2010.
Semplicemente nel 2007 scoprii Flickr, un social network dedicato alla fotografia, e dopo aver visto alcune belle fotografie mi sono chiesto “Potrei riuscirci anche io?”.
Senza esserne completamente consapevole, avevo bisogno di un linguaggio, di un mezzo per esprimermi e quel giorno decisi che poteva essere la fotografia. E così è iniziato il mio percorso. Ho studiato e sperimentato molto e soprattutto ho osservato gli altri, quelli bravi!
Nel 2010, quando ero consapevole della mia preparazione e delle mie capacità, ho iniziato a lavorare come fotografo.
___
Interview with Italian photographer Filippo Venturi
1. Best part of your job?
When is time to act after planning.
2. Most frequetly played song?
At the moment, Yelawolf, Till It’s Gone.
Most played song ever: Ennio Morricone, The Ecstasy of Gold.
3. Describe yourself in three words?
Resolute, Inquiring, Imaginative
4. What is your favorite book?
John Fante, The Brotherhood of the Grape.
5. Tell us about the “magic” things about being a photographer?
As a photographer I’ve gained many things, not just professiobal achievements or awards. I’m more self-confident, more curious, more sensitive…. Being a photographer allows me to travel and to meet people.
6. Describe us about how you define a perfect moment that being captured in a camera?
The perfect moment is in fact a combination of the right time, preparation, concentration and self-awareness. Being there at the right time is usually not enough.
7. Mention us one of your best moments as a photographer?
The moment when, while I was studying and experimenting with photography, I attended a workshop where a participant recognized me and congratulated me on my work. My first “fan”, today my life-mate.
8. Five words that define you as a photographer?
Determined, precise, instinctive, enthusiast and sometimes impulsive.
9. If you had a chance to change your career, what would it be?
I would have loved being a writer. A job that has many things in common with photography.
When I was a teenager I even wrote something I was quite proud about, but I was never gonna be the new Raymond Carver!
10. Would you mind to tell us a short story about your journey before being a professional photographer?
The story about me becoming a professional photographer is less romantic or suggestive than many of the usual “tales”. I had no relatives mad about photography, and I’ve never worked as apprentice for a professional photographer. I took my first picture with a camera when I was 28 years old. And I started using a professional camera when I was 30, in 2010.
It’s quite simple; in 2007 I discovered Flickr, a social network about photography; I saw some beautiful pictures and I told to myself “Could I do that?”. And everything began just like that. I’ve studied, experimented a lot and, most of all, I looked at what other photographers did, the great ones!
In 2010, when I was confident about my preparation and my abilities, I started working as a photographer.
______________________
Il progetto “L’Ira Funesta” è uscito anche sulle seguenti riviste e televisioni:
______________________
Chapeau! 65Luna
65luna
6 June 2015 at 12:15 pm
Grazie :)
filippo
6 June 2015 at 12:18 pm