House of Cards
Con colevole ritardo ho iniziato a guardare House of Cards; quattro giorni dopo l’ho finito.
Trovo che sia davvero ben realizzato sotto ogni aspetto, a partire ovviamente dagli attori e in particolare da Kevin Spacey.
Non si avvicina, per ora, al mio personale Olimpo dei telefilm, dove risiedono soltanto Breaking Bad e The Shield, ma comunque ha un buon piazzamento e confido che possa salire andando avanti con le stagioni.
Tre cose ritengo siano migliorabili:
Complessità degli intrecci
Fino a questo punto il telefilm è molto lineare e Jack Underwood sembra essere l’unico personaggio che trama alle spalle altrui (il che è improbabile, considerando l’ambiente in cui si svoge il tutto); gli intrecci sono sempre semplici da seguire, a volte anche troppo. Confido che sia una scelta, sia per partire piano nei confronti dello spettatore e sia per calare gradualmente il protagonista nella rete di intrecci, doppigiochi, ecc.
Vicende secondarie poco interessanti
Quando non c’è Underwood, le altre vicende sono poco interessanti; potrebbe essere una scelta per gestire il ritmo e non andare sempre sparati, ma in altri telefilm (es. Breaking Bad), riescono sia a farti interessare ai personaggi secondari e sia a gestire il ritmo della narrazione in modo eccellente.
Ammiccamenti troppo frequenti
Underwood ogni tanto si rivolge direttamente allo spettatore, a parole o con sguardi. Forse avviene troppo spesso.
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