The Man on the Operating Table, di Andrew Quilty
Come sostiene già qualcuno, sono d’accordo che questa fotografia di Andrew Quilty meriterebbe di vincere il World Press Photo di quest’anno.
Oltre a testimoniare la tragica notizia del bombardamento americano “accidentale” dell’ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz, in Afghanistan, ci sono alcuni elementi visivi che rendono la scena più intensa di quel che potrebbe essere (ad esempio senza tavolo operatorio, col cadavere ben visibile, ecc., sarebbe molto diversa).
L’inquadratura contestualizza l’ospedale bombardato, il corpo è su un tavolo operatorio e appartiene a qualcuno che sperava di guarire e invece ha trovato la morte (la storia della vittima in italiano è su Internazionale di questa settimana); il pannello del soffitto e la tenda che lo coprono conservano la dignità dell’uomo e questo facilita anche la comprensione della sua tragedia all’osservatore, eliminando dettagli superflui e ulteriormente macabri, che distrarrebbero; la posa del corpo richiama la croce (siamo inevitabilmente sensibili all’iconografia cristiana).
Non riesco ad immaginare una immagine più efficace, per esprimere quella tragedia e quel tipo di tragedia.
Ulteriori informazioni, in inglese, QUI.
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Written by filippo
18 January 2016 at 7:57 pm
Posted in Fotografie
Tagged with Afghanistan, Andrew Quilty, Kunduz, Medici senza frontiere, The Man on the Operating Table, World Press Photo
One Response
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È reale e orrenda ma il tempo fermo, il corpo in quella posa simbolica coperto da oggetti inappropriati, unico atto di pietà fatto dall’ uomo in uno spazio dove l’ uomo sembra essere stato annullato per sempre
dimitilla
18 January 2016 at 8:52 pm