Le polpette dell’IKEA
E’ snobismo di livello base.
E’ nato tutto per darsi un tono, suppongo a Milano, in uno squallido aperitivo tributo dell’apparenza dove una serie di disperati, con contratti lavorativi annullabili con un sms dal capo (ma con la camicia di Dior pagata con 2 settimane di pane e cipolle chiusi in casa), a base di prosecchi da 3 euro a bottiglia rivenduti a 7 al calice e gin tonic fatti col bosford a 9, apprezzatissimi (“Si sente che è Bombay o Hendrix”, “Sìsì Hendrix, c’è la scaglia di cetriolo”).
Ad un certo punto qualcuno è saltato su dicendo:
“Ma sì all’Ikea ci vado sempre, ma per mangiare, mica per i loro oggetti, il self service è la parte migliore, non hai ancora goduto se non hai mangiato le polpette nordiche, del resto cazzo vuoi che ne sappia gente come i milanesi, che vanno da Cracco a farsi rapinare”.
Orecchie tese a profusione.
Il resto è triste storia.
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Autore: michi
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