Dieci inverni, di Valerio Mieli
La narrazione, semplice ma coinvolgente, di una storia d’amore.
Vedere un film così dopo le varie muccinate e americanate, ti riconcilia con l’aspetto più umano del cinema.
Niente di rivoluzionario, per carità.
Sarà che l’ho visto in una cinema della mia città (il San Biagio) con un clima molto intimo, sarà che dopo il film il regista, Valerio Mieli, s’è dimostrato modesto e simpatico, narrando cosa lo ha spinto a girare il film e confidando alcuni aneddoti simpatici avvenuti durante le riprese, come è avvenuto il casting , le “ingerenze” della co-produzione russa e così via, ma sono rimasto piacevolmente colpito da tutto (fra l’altro mi viene da fare una riflessione fra la qualità di una visione di film sul monitor del PC in camera e quella condivisa con un pubblico attento, silenzioso e rispettoso, senza contare il dibattito successivo al film che aggiunge ulteriore interesse). Bravi anche gli attori Isabella Ragonese e Michele Riondino.
Prima di “Dieci inverni” avevo visto all’Astra “L’uomo che verrà” e devo dire che ora sono stimolato a riavvicinarmi al cinema italiano, dopo averlo snobbato per parecchi anni (sempre al San Biagio sarà proiettato nei prossimi giorni “L’uomo che verrà”, a cui seguirà l’intervento del regista, e credo proprio che lo andrò a rivedere).
Valerio Mieli ha inoltre scritto un romanzo tratto dal film (e non si tratta della sceneggiatura, ma di un vero proprio romanzo, anche ampliato rispetto al film).
Qui è disponibile un estratto: Romanzo “Dieci inverni” – Estratto
Nel film c’è anche un cameo di Vinicio Capossela:
a volte è bella l’altmosfera che si crea al cinema proprio per la presenza di altre persone semi sconosciute, è vero… è una questione di “intimità”, e nei piccoli cinemini come il San Biagio è più facile riscoprirla:) lunga vita alle piccole sale cinematografiche!
vanessa
8 February 2010 at 9:01 pm