Filippo Venturi Photography | Blog

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Archive for the ‘Telefilm’ Category

The Walking Dead, da Robert Kirkman e Frank Darabont

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Poster di The Walking Dead (Serie TV)

Poster di The Walking Dead (Serie TV)

A ottobre esce il telefilm The Walking Dead, tratto dal fumetto omonimo.

Il fumetto è uno dei miei preferiti, anche se lo svilupparsi ad oltranza, senza fissare una fine, potrebbe abbassarne il livello a lungo andare.
Frank Darabont ha già dimostrato di essere un ottimo regista con Il miglio verde e Le ali della libertà (ma, con le dovute proporzioni, ho apprezzato anche The mist).
L’inizio ricorda il film 28 giorni dopo di Danny Boyle (che è uscito un anno prima del fumetto, nel 2002).

Tutto ciò che tratta di zombie esercita un certo fascino sul sottoscritto, ma in questo caso fumetto e, spero, telefilm offrono un intrattenimento di qualità e non si fermano al soggetto affascinante.

The Walking Dead è una serie horror a fumetti  pubblicata dalla Image Comics a partire dall’ottobre 2003, creata da Robert Kirkman  ed illustrata da Tony Moore per i primi 6 numeri e da Charlie Adlard per i successivi. Tratta dell’esodo di un gruppo di persone che cercano di salvarsi da un’invasione di zombie. In Italia è edita dalla SaldaPress.
Un adattamento televisivo di The Walking Dead è prodotto dalla TV via cavo AMC, con il regista Frank Darabont in veste di produttore esecutivo, nonché regista e sceneggiatore di alcuni degli episodi. Si tratta di una miniserie in sei puntate da un’ora, che esordirà il 31 ottobre del 2010 negli USA. In Italia la serie andrà in onda dal 1 novembre 2010 in prima visione assoluta su FOX (Sky canale 110). Si parla già di una seconda stagione, ma manca una conferma ufficiale. (wikipedia)

The Walking Dead

The Walking Dead

Written by filippo

29 settembre 2010 at 1:58 PM

Pubblicato su Fumetti, Telefilm, Zombie

Boardwalk Empire, con Steve Buscemi

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Boardwalk Empire è una serie televisiva statunitense ideata da Terence Winter, già creatore de I Soprano, per il canale via cavo HBO. La serie, ambientata ad Atlantic City durante il proibizionismo, trae ispirazione dal romanzo di Boardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City di Nelson Johnson.
L’episodio pilota è stato diretto da Martin Scorsese, che produce la serie assieme a Winter e all’attore Mark Wahlberg. Il pilota si aggiunge agli undici episodi ordinati dal network nel settembre 2009, per un totale di dodici episodi che compongono la prima stagione.
La serie debutterà negli Stati Uniti sul canale HBO il 19 settembre 2010.
(wikipedia)

Boardwalk Empire, Telefilm  con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm  con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Boardwalk Empire, Telefilm con Steve Buscemi

Written by filippo

22 agosto 2010 at 8:38 PM

Pubblicato su Telefilm

Breaking Bad – Stay out of my territory

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TV on the Radio – DLZ (from the album Dear Science)

Breaking Bad

Congratulations on the mess you made of things;
On trying to reconstruct the air and all that brings.
And oxidation is the compromise you own
But this is beginning to feel like the dog wants her bones
saved

You force your fire then you falsify your deeds
Your methods dot the disconnect from all your creeds
And fortune strives to fill the vacuum that it feeds
But this is beginning to feel like the dog’s lost her lead

This is beginning to feel like the long
winded blues of the never
This is beginning to feel like it’s curling up slowly
and finding a throat to choke

This is beginning to feel like the long
winded blues of the never
Barely controlled locomotive consuming the picture
and blowing the crows, the smoke

This is beginning to feel like the long
winded blues of the never
Static eplosion devoted to crushing the broken
and shoving their souls to ghost

Eternalised. Objectified.
You set your sights so high.
But this is beginning to feel like
the bolt busted loose from the lever

Never you mind
Death professor
Your structure’s fine
My dust is better
Your victim flies so high
All to catch a bird’s eye view of who’s next

Never you mind
Death professor.
Love is life,
My love is better.
Eyes could be the diamonds
Confused with who’s next

Never you mind
Death professor.
Your shocks are fine,
My struts are better.
Your fiction flies so high,
Y’all could use a doctor
Who’s sick, who’s next?

Never you mind
Death professor.
Electrified, my love is better
It’s crystallized, so’m I.
All could be the diamond
Fused with who’s next

This is beginning to feel like the dawn of a loser forever
This is beginning to feel like the dawn of a loser forever
This is beginning to feel like the dawn of a loser forever

Written by filippo

6 giugno 2010 at 8:51 PM

Pubblicato su Songs, Telefilm

Breaking Bad

with one comment

Dopo aver finito le serie TV che seguivo ultimamente (“Lost” e “Flash Forward”), mi ci voleva proprio un super-telefilm come questo.

Già la sceneggiatura è molto buona (l’idea in sè non è nuova, ma l’evolversi della storia e i vari intrecci sono gestiti bene), ma il vero valore della serie è l’interpretazione di Bryan Cranston.

“Walter White (Bryan Cranston) è un professore di chimica in una scuola superiore del Nuovo Messico. Quando gli viene diagnosticato un cancro non operabile ai polmoni con una aspettativa di vita di due anni, decide di sfruttare le sue conoscenze chimiche per cucinare metanfetamine e, con l’aiuto di un suo ex-studente Jesse Pinkman, diventa uno spacciatore di alto livello nel tentativo di assicurare un futuro economico alla sua famiglia.” (wikipedia)

Serie TV "Breaking Bad"

Serie TV "Breaking Bad"

Written by filippo

1 giugno 2010 at 7:10 am

Pubblicato su Telefilm

Video del momento (4)

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Lost

Lost

In attesa di vedere l’ultima puntata dell’ultima stagione di Lost:

Elio Germano premiato a Cannes come miglior attore
Ex aequo con Javier Bardem, riceve a Cannes il premio come miglior attore per la sua interpretazione di vedovo proletario in “La nostra vita” di Daniele Luchetti.
“I governanti rimproverano al cinema di parlare male della nostra nazione. Volevo dedicare questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il nostro un paese migliore, nonostante la loro classe dirigente”.
(Vedi anche articolo su l’Antefatto)

Marco Travaglio – Silenzio, si ruba (Passaparola del 24/05/2010)
Perché violeremo la legge bavaglio.

Report – L’era del debito (Aggiornamento del 25/10/2009)
Durata: 00:15:24 – Andato in onda il: 23/05/2010
Cercheremo di capire quanti sono gli enti territoriali che rischiano di rimetterci per il possibile fallimento della Grecia, oggi o fra qualche anno, e quali sono le possibili soluzioni per evitare che si propaghi il contagio nell’instabilità dei conti pubblici tra i paesi europei.

Bayern Monaco Inter 0-2 (Highlights di Sky del 22/05/2010 )
Dopo 45 anni, finalmente, l’Inter ha rivinto la Champions League.

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Non è un video, ma vista la piega che ha preso questo post:

La lettera con cui Maria Luisa Busi rinuncia a condurre il TG1 delle 20.00

Ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell’edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori. Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: “La più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell’ascolto tradizionale”.

Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. È stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l’informazione del Tg1 è un’informazione parziale e di parte. Dov’è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord-est che si tolgono la vita perché falliti? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il Tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.

L’Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un’informazione di parte – un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull’inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo e l’infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale. Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell’affidamento dei telespettatori è al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

I fatti de L’Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna “scodinzolini”, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all’informazione, la propaganda alla verifica. Un’ultima annotazione più personale. Ho fatto dell’onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente. Pertanto:
1) Respingo l’accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente – ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della Fnsi – le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c’è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l’accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro convention, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l’intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all’azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di “danneggiare il giornale per cui lavoro”, con le mie dichiarazioni sui dati d’ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni.

Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: “Il Tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche”. Posso dirti che l’unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i weekend con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani  Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama – anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta – hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita “tosa ciacolante – ragazza chiacchierona – cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali” e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in “Antichi Maestri” scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno. Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.

Written by filippo

24 Maggio 2010 at 8:06 PM

Pubblicato su Attualità, Telefilm, Videos