Luigi Ghirri. Pensare per immagini (MAXXI Roma)

Luigi Ghirri. Pensare per immagini (MAXXI Roma)
Luigi Ghirri. Pensare per immagini
a cura di Francesca Fabiani, Laura Gasparini, Giuliano Sergio
24 aprile 2013 – 27 ottobre 2013
MAXXI, museo nazionale della arti del XXI secolo
via Guido Reni, 4 A – 00196 Roma
Orario
mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00
sab 11.00-22.00
La biglietteria chiude un’ora prima.
Una mostra su Luigi Ghirri non è solo una muta raccolta dei sui scatti; l’artista emiliano, infatti, é stato un evocatore di linguaggi che ha sperimentato e studiato attraverso l’attività fotografica aspetti inediti dell’esperienza umana nel mondo. Nelle sue mani la macchina da presa diventa una mediatrice tra sensazioni private e dati di senso proiettando, come una lente d’ingrandimento, l’occhio umano direttamente nelle cose per captare particolari che solitamente non ricevono attenzioni perché apparentemente banali o troppo inflazionati, ma che proprio per questo sono in continuo rapporto con l’uomo e possono assumere una portata universale. In questo modo Ghirri ha tracciato, durante tutto il suo percorso di studio, delle linee di connessione tra tutto ciò con cui entrava in rapporto costruendo man mano una vera e propria mappa della sua esperienza nel mondo. Proprio l’idea di mappa è centrale nella concezione di Ghirri di archivio come luogo mentale: «ho lavorato in diverse direzioni, in un processo di attivazione del pensiero» scriveva nel 1970 «non ho cercato di fare delle fotografie, ma delle carte, delle mappe, che fossero contemporaneamente delle fotografie». Questa doppia attività della fotografia («collezionare ed editare») viene definita da Ghirri ‘catalogica’ alludendo alla cura con la quale le sue immagini vengono concepite all’interno di uno spazio più ampio che si vuole rappresentare e al valore che queste assumono nello ‘stare insieme’: catalogare logicamente. Le rappresentazioni diventano simboli attraverso i quali la realtà ci parla e questi perdono i loro confini quando sono posti in sequenza tre essi come in un mosaico, costruendo assieme un significato più ampio di se stessi nell’immagine d’insieme che infine ne viene a risultare.
La retrospettiva “Pensare per Immagini”, che si inaugurerà il 24 aprile 2013 al MAXXI di Roma e sarà visitabile fino al 27 ottobre 2013, indica già dal titolo questi aspetti concettuali della visione Ghirriana: le immagini come attività di pensiero; ogni dettaglio del reale non è un ostacolo da eliminare per vedere oltre di esso, ma un concentrato di significati funzionali all’interno di un complesso maggiore, un punto d’appoggio per uno slancio conoscitivo e un continuo superamento.Gli oggetti sono presentati come immobili, definiti, perché rappresentano una base solida per un salto e dalla loro staticità creano movimento, dalla semplicità spaziano verso contesti più ampi e Ghirri ha avuto la capacità, saltando da un oggetto all’altro, di creare questi flussi universali rimanendo sempre in un intimo rapporto con la realtà. Un’esposizione dei suoi lavori deve poter rendere conto di questi processi rappresentando la scia che si è lasciato dietro.
A Roma, infatti, saranno esposti anche tutti i materiali d’archivio ritenuti secondari, ma che sono un’importante testimonianza per comprendere l’esperienza artistica di Ghirri, come i menabò dei cataloghi, i libri pubblicati e altri elementi della sua attività editoriale, parte della raccolta di cartoline utilizzate dall’autore per realizzare le polaroid o le immagini concettuali, alcuni dei libri della sua biblioteca personale e altri materiali che aiutano ad immergersi nella particolarissima creatività di Ghirri e nella sua vita privata.
Tra le 300 immagini che saranno presentate, particolare attenzione sarà rivolta ai vintage print stampati direttamente dall’autore, appartenenti al primo periodo di produzione di attività dell’autore (1968-1975 circa); l’intero archivio di Ghirri, infatti, è stato, nella prima fase di rielaborazione, suddiviso in diverse fasi per tentare di sciogliere la complessità dei materiali e di certo, questo primo periodo, meno noto, è di fondamentale importanza per la comprensione dell’opera di questo artista poiché contiene i germi di tutta la sua produzione successiva. L’interazione di queste immagini con i ‘materiali secondari renderà possibile osservare e ripercorrere in modo approfondito i processi caratterizzanti di Luigi Ghirri per individuare, in modo ovviamente parziale, ma efficace, il sentiero che ha tracciato, facendoci posare lo sguardo sulle isole che incontrava costantemente agli argini del suo cammino permettendoci di spiare le sue immersioni e arrancando, poi, dietro lui nei suoi balzi da un’isola all’altra, passando sui ponti scomodi che ha costruito.
Marco Cicolini
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