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L’indovinello di Lord Varys

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Come già visto in una bellissima scena della prima stagione di Game of Thrones, dove fantasticano sull’essere Re, pare che Lord Varys e Lord Baelish, ragni tessitori di corte, avranno i dialoghi migliori anche nella seconda stagione.

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L’indovinello di Lord Varys

L’eunuco si fregò le mani incipriate. «Posso congedarmi da te con un piccolo indovinello, lord Tyrion?» Proseguì senza attendere una risposta: «Tre grandi uomini siedono in una stanza, un re, un prete e un ricco con il suo oro. Tra loro c’è un mercenario, un ometto di umili origini e senza troppo cervello. Ognuno dei tre grandi uomini ordina al mercenario di uccidere gli altri due.
“Uccidili” dice il re “perché io sono il tuo signore.”
“Uccidili” dice il prete “perché io te l’ordino nel nome degli Dei.”
“Uccidili” dice il ricco “e tutto quest’oro sarà tuo.”
Per cui, dimmi, mio lord: chi sarà a vivere e chi a morire?».

Con un profondo inchino, l’eunuco si ritirò dalla sala comune ondeggiando sulle sue morbide pantofole.

Una volta che se ne fu andato, Chella sbuffò e Shae arricciò il naso ben fatto. «Il ricco, vive, giusto?» azzardò.

«Forse. E forse no.» Tyrion sorseggiò pensosamente il vino. «Dipende dal mercenario, mi pare.» Posò la coppa. «Vieni, andiamo di sopra.»

[…]

«… hai avuto l’opportunità di pensare a quel piccolo indovinello che ti ho posto quel giorno alla locanda?»

«Mi è passato per la testa, una volta o due» ammise Tyrion. «Il re, il prete e il ricco… chi vive e chi muore? A chi di loro obbedirà il mercenario? E’ un indovinello che non ha risposta. O meglio, che di risposte ne ha troppe. Tutto dipende dall’uomo con la spada.»

«Eppure, quell’uomo non è nessuno» commentò Varys. «Non possiede corona, né oro, né il favore degli Dei. Possiede solo un pezzo di acciaio acuminato.»

«Ma quel pezzo d’acciaio ha il potere di vita e di morte.»

«Per l’appunto… Quindi, se sono i guerrieri, in realtà, a dominare il mondo, per quale motivo facciamo finta che siano i re a detenere il potere? Per quale motivo un uomo forte con una spada in pugno dovrebbe mai obbedire a un re bambino come Joffrey o a un grasso ubriacone come suo padre?»

«Perché quel re bambino e quel grasso ubriacone possono chiamare altri uomini, con altre spade.»

«E allora sono quegli altri uomini con le spade ad avere il potere. Ma lo hanno veramente? Da dove provengono le loro spade? Perché quegli uomini, alla fine, obbediscono?» Varys continuò a sorridere. «C’è chi dice che il sapere è potere. Altri dicono che il potere arriva dagli Dei, altri ancora che deriva dalla legge. Eppure, quel giorno, sulla scalinata del Grande Tempio di Baelor, il nostro sacrale sommo septon, la nostra investita regina reggente e il tuo onnisapiente servitore qui presente si sono rivelati tanto impotenti quanto il più miserabile dei ciabattini e dei vinai in quella folla. Chi pensi che abbia veramente ucciso Eddard Stark, quindi? Joffrey, che ha dato l’ordine? Ser Ilyn Payne, che ha calato la spada? Oppure… qualcun altro?»

«Facciamola finita, Varys.» Tyrion tornò a inclinare la testa di lato. «Hai intenzione di darmi una risposta al tuo maledetto enigma, o vuoi solo che il mio mal di testa peggiori?»

«Vuoi la risposta? Eccola.» Varys non smise di sorridere. «Il potere risiede dove un uomo crede che risieda. Nulla di più, nulla di meno.»

«Vuoi dire che il potere è un trucco da guitti?»

«Voglio dire che è nient’altro che un’ombra sul muro» sussurrò Varys. «Ma le ombre possono uccidere. E, certe volte, un uomo molto piccolo può proiettare un’ombra molto grossa.»

«Lord Varys» era Tyrion ora a sorridere «stai cominciando a piacermi in modo preoccupante. Potrei sempre decidere di ucciderti, certo, ma ne sarei comunque rattristato.»

«Considero il tuo dire come un’alta lode.»

«E tu, Varys, che cosa sei?» Tyrion si rese conto che la sua non era una domanda retorica. «Un ragno tessitore, dicono.»

«Spie e informatori riscuotono pochi e scarsi affetti, mio signore. Non sono altro che un fedele servitore del reame.»

«E un eunuco. Cerchiamo di non dimenticare questo dettaglio.»

«Raramente ci riesco.»

«Anch’io sono stato chiamato mezzo-uomo, eppure credo che con me, in fondo, gli Dei siano stati generosi. Sono piccolo, le mie gambe sono deformi, le donne non mi guardano con particolare voluttà… ma rimango pur sempre un uomo. Shae non è la prima a condividere con me un letto e, chissà, un giorno potrei addirittura avere una moglie e generare un figlio. Se gli Dei continueranno a essere generosi, avrà l’aspetto di suo zio e il cervello di suo padre. Ma tu, Varys, tu non hai questa speranza a sostenerti. I nani sono uno scherzo degli Dei, a fare gli eunuchi sono gli uomini. Chi è stato a mutilarti, Varys? Quando? E perché? Chi sei tu, in realtà?»

Non ci fu alcun mutamento nel sorriso dell’eunuco, ma nei suoi occhi apparve una luce priva di qualsiasi allegria. «Sei gentile a domandarlo, mio signore. Ma la mia storia è lunga e triste, e tu e io è di tradimenti che dobbiamo parlare.»

– George Raymond Richard Martin, Il regno dei lupi

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Written by filippo

31 January 2012 at 1:49 pm

Posted in Libri, Telefilm

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