Ho fatto un sogno
Oggi sono stato al funerale di Guido, un professore amico di mio padre.
Già da tempo sapeva e sapevano che mancava poco.
Al termine della funzione religiosa, il parroco ha letto un testo su volontà di Guido, che negli ultimi giorni aveva già pensato a quel preciso momento.
Ho sognato che camminavo in riva al mare con il mio Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme,
le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni più difficili della mia vita.
Allora ho detto: «Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?».
E Lui mi ha risposto:
«Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali sei soltanto un’orma sulla sabbia
sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio».
Io non sono religioso, la poesia l’avevo già sentita (anche in contesti meno nobili), ma in quel momento questo era il messaggio che un uomo aveva pensato di lasciare ai suoi cari e la ascoltavo come fosse la prima volta.
E mi sono sciolto pensando alla forza del messaggio. Alla speranza che ha voluto infondere.
Dio o non Dio.
In poco tempo tutti andranno avanti, com’è normale che sia.
Io ho voluto fissare quel momento scrivendone qui.
Per me e per chi leggerà e apprezzerà.
(La poesia è di Margaret Fishback Powers, poetessa canadese. Il titolo è “Ho fatto un sogno”, ma è più nota come “Orme sulla sabbia”.)
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