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V2-Day, Grillo, Travaglio & Co.

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V2-Day

Ieri, 25 Aprile 2008, si è tenuto il secondo Vaffanculo Day in tutte le piazze d’Italia.
Questa volta Beppe Grillo era a Torino.

Nei giorni scorsi avevo cercato qualche informazione su questo V2-Day, ma erano ben poche le fonti di informazione: l’evento è stato snobbato completamente da tutti i media nazionali.
Del resto era prevedibile, viste le 3 proposte:

1) Abolizione dell’ordine dei giornalisti. L’ordine dei giornalisti di Mussolini ha creato una casta autoreferenziale. Informare è un diritto di tutti.
2) Abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Il finanziamento pubblico all’editoria costa 1 miliardo di euro all’anno. I politici pagano gli editori per poterli usare e controllare.
3) Abolizione della Legge Gasparri. In nessuna democrazia del mondo una legge vergognosa come la Gasparri consegna le televisioni ad un gruppo privato come Mediaset e ai partiti. L’informazione va restituita ai cittadini.

Come dice Grillo nel suo articolo post V2-Day, a Torino erano in 120.000, 2 milioni in tutte le piazze d’Italia, mentre si stimano circa 450.000 firme.

C’erano tutte le televisioni più importanti del mondo, dalla BBC a Al Jazeera. Loro racconteranno al mondo cosa sta succedendo in Italia. Loro descriveranno il fascismo dell’informazione.
[…]
Il controllo dell’informazione è il nuovo fascismo. Questo è un Paese che non sa nulla di sé stesso. Nulla sulla morte di Borsellino, sull’Italicus, su Ustica, su Piazza Fontana, sulla stazione di Bologna, sulle bombe di Brescia, su Aldo Moro. Non sa nulla sulla sua vera realtà economica e su un debito pubblico di 1630 miliardi di euro che ci sta trascinando a fondo, all’Argentina. Un Paese cieco sulle cause delle stragi sul lavoro, sul precariato, sulla cementificazione, sugli inceneritori, sul Sud consegnato alle mafie.

Comunque vi consiglio la lettura dell’intero articolo di Grillo.

Le firme necessarie per il referendum sono 500.000, ma ci sono 3 mesi di tempo per raccoglierle, quindi la meta non è lontana.
C’è però un problema di tipo legislativo, esposto chiaramente da un amico:

Le leggi sono soggette ad interpretazione.

La legge dice che le richieste per referendum si devono presentare 6 mesi dopo la data in cui sono state convocate le elezioni.
Essendo state convocate il 6 febbraio, i 6 mesi sono conclusi il 7 agosto.

Però i quesiti di norma si devono presentare al massimo 3 mesi dopo la data in cui si è iniziati a raccogliere le firme cioè il 25 luglio (quindi prima del 7 agosto) essendo la raccolta iniziata ieri che era il 25 aprile.

La legge prevede una deroga ai 3 mesi all’art. 28:
”art. 28. Salvo il disposto dell’articolo 31, il deposito presso la cancelleria della Corte di cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori deve essere effettuato entro tre mesi dalla data del timbro apposto sui fogli medesimi”.

”art. 31. Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”.

Cioè normalmente c’è il limite dei 3 mesi ma siccome adesso rientriamo nel caso ”Salvo il disposto dell’articolo 31” quel limite dei 3 mesi può essere superato quindi possono essere depositate successivamente ai 3 mesi per poterle così presentare dopo i 6 mesi dalla ultima convocazione delle elezioni.

Questa sarebbe l’interpretazione in senso positivo che dovrebbe rendere valida la raccolta.

Segnalo, inoltre, l’interessante intervento di Marco Travaglio:

Prima parte

Seconda parte

Written by filippo

26 aprile 2008 a 11:51 am

Pubblicato su Attualità

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