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“Blaze” e “Duma Key” di Stephen King

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“Blaze” di Richard Bachman

“Caro Fedele Lettore, questo è un romanzo da cassetto, d’accordo? Voglio che tu lo sappia quando hai ancora lo scontrino in tasca e prima che ci versi sopra del sugo o del gelato e ti diventi così difficile o impossibile restituirlo” (Stephen King)

Martedì 2 Ottobre è uscito “Blaze“, romanzo postumo di Richard Bachman (la prima stesura risale al 1972), scrittore morto per cancro allo pseudonimo (come annunciò Stephen King: un modo originale per ammettere che Bachman era il nome col quale aveva pubblicato alcuni romanzi giovanili).
L’uscita ha oltre 2 mesi di anticipo rispetto alla data ufficiale di Sperling & Kupfer (editore italiano di King) grazie all’iniziativa di Repubblica\Espresso che lo offrono in anteprima.

Il libro è ovviamente di Stephen King, famoso scrittore statunitense, sessantenne da meno di un mese, il quale ha fin da subito rivelato che si tratta di un’opera “da cassetto” ovvero di un libro che per anni è rimasto in un cassetto della sua scrivania (metaforicamente) perchè non apprezzato dall’autore.

A distanza di anni passò ancora tra le mani di King, per essere nuovamente bocciato… fino al 2006, quando ripensò a questa sua opera e alla possibilità di donare in beneficenza alla Haven Foundation (“che ha per finalità l’aiuto agli artisti freelance che hanno avuto incidenti e non hanno un’assicurazione medica. O per artisti, scrittori, pittori, e così via, che non hanno più un posto dove lavorare dopo un disastro naturale come l’uragano Katrina”) gli eventuali proventi.
Dopo una ricerca difficoltosa (al punto che King nella prefazione confessa di aver temuto di averlo smarrito, cosa già successa con altri due romanzi durante la sua carriera!), si accorse di ricordarlo ben più brutto e decise quindi di sistemarlo fino ad ottenerne la versione che è oggi disponibile ai Fedeli Lettori.

Qualche cenno sulla trama: Blaze è un ragazzo che soffre di un ritardo a causa di un incidente subito da bambino, è cresciuto dentro e fuori da riformatori, programmi di riabilitazione e accerchiato da personaggi più o meno loschi. Un giorno, però, incontra George e tutto cambia. Con lui programmerà il colpo del secolo […]
Non vado oltre perchè, quando possibile, amo affrontare i libri nella totale ignoranza ;)

Stephen King - Blaze

Riporto di seguito l’intervista di Stephen King a proposito di “Blaze”:

Perché Blaze non è stato pubblicato nel 1973?
“Credevo che fosse troppo sentimentale, che finisse per far ridere”.

Dove lo ha ritrovato e perché ha deciso di pubblicarlo oggi?

“Pensavo che il manoscritto si fosse perso, ma quando ho pensato che si sarebbe potuto revisionarlo e pubblicarlo dando i ricavati in beneficenza, allora ho chiesto alla mia assistente Marsha, di provare a rintracciarne una copia. Era nella biblioteca della University of Maine. Marsha ne ha fatto una fotocopia. Non si fidava a darmi l’originale!”

Che personaggio è Blaze? Cosa pensa del fatto che la gente si identifichi con un criminale?
“Blaze è un uomo con disturbi mentali che diventa un criminale quando la società gli volta le spalle. Se il destino fosse stato più generoso, avrebbe potuto avere una vita produttiva e felice. Considero la sua storia una piccola tragedia del sottoproletariato”.

Stephen King come valuta Richard Bachman come scrittore?
“Bachman era più arrabbiato e pessimista di me”.

Perché usava questo pseudonimo?
“Mi era stato detto che potevo pubblicare solamente un libro l’anno con il mio vero nome, altrimenti saturavo il mercato. A dire la verità molti scrittori, come James Patterson, hanno dimostrato che questo non è vero. Il mio vero pseudonimo era Guy Pillsbury, che era il nome di mio nonno, ma si sparse subito la voce e così mi venne chiesto di cambiarlo all’ultimo momento, con una telefonata. Letteralmente mentre ero al telefono mi dissero di dargli un altro nome”.

E questo nome come le venne in mente?
“Ho detto Richard come Richard Stark perché avevo un suo libro sulla mia scrivania, e Bachman dal gruppo musicale Bachman-Turner Overdrive. La loro canzone Taking Care of Business era alla radio in quel momento”.

Ci ha messo molto le mani? E’ vero che ha fatto le correzioni a matita?

“Sì, è vero le ho fatte proprio a mano: pensavo che revisionando il manoscritto alla vecchia maniera sarei riuscito a ritrovare quei sentimenti e quelle sensazioni che avevo quando l’ho scritto. Per questo l’ho fatto”.

Qual è lo scrittore che l’ha influenzata di più?
“Penso Don Robertson, che ha scritto romanzi ambientati nelle piccole città dell’Ohio. Dopo di lui direi tutti”.

E il libro che preferisce tra quelli che ha scritto?
“La Storia di Lisey, pubblicato l’anno scorso”. (Lisey è la moglie di uno scrittore morto da poco che mentre ne riordina le carte scopre il mondo fantastico del marito. Questo romanzo segna il ritorno al successo di King dopo le difficoltà seguite al tremendo incidente del giugno 1999, quando venne investito durante la sua passeggiata quotidiana, che lo avevano spinto ad annunciare l’abbandono della scrittura).

Come è il suo metodo di lavoro? Quante ore al giorno scrive?
“Scrivo circa tre ore al giorno, quasi sempre la mattina. Il mio metodo non cambia mai: comincio quando la storia comincia nella mia testa e continuo finché tutti i personaggi o muoiono o vivono”.

Quello degli adolescenti è un tema ricorrente nei suoi libri, da It in poi, che cosa sono per lei? L’alternativa al male, all’orrore?
Stephen King ci scrive che non può rispondere a questa domanda: “Per farlo dovrei scrivere un saggio e sarebbe lungo”.

In Italia Blaze uscirà prima nelle edicole insieme a questo giornale e poi nelle librerie. E’ la prima volta che accade, cosa ne pensa?
“Penso che sia fantastico, è un ritorno all’era di Dickens. Vi auguro un grande successo”.

Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto alla Haven Foundation. Di cosa si occupa questa fondazione?
“La Haven Foundation è stata creata per aiutare artisti freelance che hanno avuto incidenti e non hanno un’assicurazione medica. O per artisti, scrittori, pittori, e così via, che non hanno più un posto dove lavorare dopo un disastro naturale come l’uragano Katrina. Al contrario delle persone con lavori fissi, tante persone creative che lavorano come freelance non hanno una “rete di sicurezza” che li protegge quando le cose vanno male. Non possiamo aiutarli tutti, ma speriamo di poter aiutare i più sfortunati e i più meritevoli. Mi permetterei di invitare i vostri lettori a contribuire, se ne hanno voglia. Le informazioni si possono trovare sul mio sito, www. stephenking. com”.

E sul suo sito sono piovuti in questi giorni migliaia di messaggi di auguri per il compleanno, a cui ha risposto annunciando che da questo momento comincierà a contare gli anni alla rovescia: “Il prossimo anno ne festeggerò 59, e per il 2017 ne avrò 50 di nuovo”.

(2 ottobre 2007)

Fonte

Appena avrò terminato la lettura, provvederò a recensirlo :)

“Duma Key” di Stephen King

Il prossimo romanzo kinghiano uscirà negli USA il 22 Gennaio 2008 e da qualche mese è disponibile la copertina:

Stephen King - Duma Key

La versione più grande è reperibile qui.

Il romanzo è ambientato in Florida e narra la storia di un uomo che, dopo un brutto incidente, soffre di momenti di ansia e di scatti d’ira eccessivi che lo portano a divorziare con la moglie. Il desiderio di un cambio di vita, una svolta qualsiasi, lo riporta alla sua grande passione, la pittura. Ma strane cose avvengono ai quadri che dipinge […]

Qualche link kinghiano

www.stephenking.com
www.stephenking.it
www.stephenkingofficial.it
www.ilredelbrivido.wordpress.com
en.wikipedia.org/wiki/Stephen_King
it.wikipedia.org/wiki/Stephen_King
news.castlerock.it/news_stephenking.php

Varie ed eventuali

Oltre a “Blaze”, in questi giorni ho intenzione di procurarmi altri tre romanzi:

  • La fine dell’eternità” (1955) di Isaac Asimov, libro che coniuga la genialità dell’autore statunitense (di origine russa) ai viaggi nel tempo e alle conseguenze che comportano;
  • La strada” (2006) di Cormac McCarthy, che si ambienta negli anni successivi ad un olocauso atomico (ambientazione a me cara) e narra la storia di un padre e un figlio che attraversano l’America;
  • Cronache del dopobomba” (1963) di Philip K. Dick, libro che tratta sempre di un ipotetico futuro post-atomico, questa volta però il tema è affrontato da Dick, altro autore geniale;

Written by filippo

6 ottobre 2007 a 4:27 PM

Pubblicato su Libri, Stephen King

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